Fonte: Benessere
Uno dei segreti principali alla base del benessere e del successo consiste nell'allineamento dei propri obiettivi e desideri alla propria immagine interiore di noi stessi. Molte condizioni quotidiane di malessere, infatti, nascono dall'impossibilità di cambiare la realtà e richiedono un cambiamento personale che non può limitarsi solo all'aria dei comportamenti ma che deve coinvolgere piuttosto l'intera concezione di sé stessi. La Psicocibernetica è un approccio di aiuto alla mente nato a partire dagli studi di M. Maxwell relativi a concetti e ad approcci psicologici utili per affrontare le problematiche dell’identità che egli ha riscontrato in alcuni casi in seguito alle operazioni da lui praticate come chirurgo plastico.
Questo metodo, basandosi sull'applicazione dei principi della cibernetica al cervello umano, offre strumenti di cambiamento basati sulla programmazione mentale di nuovi modelli di pensiero e di azione e sulla stimolazione di nuovi apprendimenti volti a orientare verso nuove e positive immagini di se stessi.
Questo metodo, basandosi sull'applicazione dei principi della cibernetica al cervello umano, offre strumenti di cambiamento basati sulla programmazione mentale di nuovi modelli di pensiero e di azione e sulla stimolazione di nuovi apprendimenti volti a orientare verso nuove e positive immagini di se stessi.
Immagine dell'Io, benessere e successo
Un importante pilastro concettuale della psicocibernetica e delle sue chiavi di cambiamento è il concetto psicologico di “immagine dell’Io”.
Ogni persona porta con sé quotidianamente una “immagine-guida” che dirige le proprie azioni, i propri sentimenti e l'intero comportamento. Essa è un ritratto interiore, un profilo personale che contiene delle credenze su se stessi, più o meno definite e più o meno consapevoli, che strutturano quella che viene denominata "immagine dell'Io”.
Tale auto-immagine rappresenta il metro di valutazione di se stessi, un manuale interiore che contiene ciò che si ritiene di essere e di valere e che comprende, di conseguenza, anche ciò che ci si può aspettare da se stessi e ciò che ci si merita e a cui una persona può aspirare.
L'origine di questa fotografia profonda di se stessi si rintraccia nel passato di ogni persona, nelle sue esperienze di successo e di fallimento, nelle frustrazioni, nelle esperienze di gioia e di vergogna, nelle reazioni degli altri nei propri confronti, e corrisponde ad una costruzione dell' “Io percepito” che inizia a strutturarsi nella prima infanzia, ma che viene integrato nel corso di tutta la vita.
Conseguentemente, tutti i sentimenti sperimentati su se stessi, come la sicurezza o l’incapacità vissute in relazione alle esperienze che compongono la propria storia personale, derivano dall’ “immagine dell'Io”, che spinge ad agire come se si fosse la persona che si ritiene di essere.
Di conseguenza, quando un'idea su se stessi entra a far parte di questa immagine diventa "vera" per la persona, la quale comincia ad agire basandosi su di essa e a comportarsi "come se" essa fosse vera, attivando facilmente quello che viene definita "profezia che si auto-avvera” che è in grado di rafforzare, sua volta, l'immagine iniziale, generando un circolo vizioso o virtuoso a seconda dei casi.
La presenza di questo nucleo profondo che guida il comportamento spiega anche la difficoltà frequente nel cambiare alcuni abitudini e modi di vivere attraverso un'azione e metodi diretti solo ad aspetti dell’involucro individuale esterno, ma che spesso entrano in contrasto con ciò che la persona pensa di poter essere nel cuore dell’Io.
L'auto-immagine, tuttavia, è una struttura plastica che può essere modificata attraverso l’approccio della Psicocibenetica: essa è il prodotto di un meccanismo creativo che filtra la realtà e le esperienze attraverso le "immagini mentali" che compongono l'immagine-chiave che si tende a mostrare nella vita reale, quella che stabilisce ciò che si può fare, ciò che si può essere, descrivendo quella che è stata definita come "la zona del possibile" di ogni persona.
Dal momento che ciò che uno pensa di sé non deriva dalla volontà, ma dalla composizione in un mosaico di vissuti legati alle proprie esperienze, il cambiamento dell'immagine personale registrata, secondo le osservazioni della Psicocibernetica, può seguire lo stesso percorso senza implicare uno sforzo di volontà o anche in mancanza di quest'ultima, come accade in presenza di problematiche depressive.
Ogni comportamento problematico, alla luce di questa prospettiva di studio, nasce attraverso immagini mentali e attraverso queste ultime può essere modificato, dal momento che il nostro cervello tende ad avvalersi dei dati presenti nella propria memoria sotto forma di immagini, allo scopo di risolvere problemi e di agire in determinate situazioni. L'apprendimento e l'allenamento di esperienze nuove, di nuovi modi di pensare, di immaginare e di agire, anche se semplicemente immaginato, mostra di poter modificare gli schemi tipici di reazione mentale e comportamentale, generando una sensazione di maggiore padronanza che viene assorbita ed entra gradualmente a far parte dell'immagine percepita dell’Io.
Un importante pilastro concettuale della psicocibernetica e delle sue chiavi di cambiamento è il concetto psicologico di “immagine dell’Io”.
Ogni persona porta con sé quotidianamente una “immagine-guida” che dirige le proprie azioni, i propri sentimenti e l'intero comportamento. Essa è un ritratto interiore, un profilo personale che contiene delle credenze su se stessi, più o meno definite e più o meno consapevoli, che strutturano quella che viene denominata "immagine dell'Io”.
Tale auto-immagine rappresenta il metro di valutazione di se stessi, un manuale interiore che contiene ciò che si ritiene di essere e di valere e che comprende, di conseguenza, anche ciò che ci si può aspettare da se stessi e ciò che ci si merita e a cui una persona può aspirare.
L'origine di questa fotografia profonda di se stessi si rintraccia nel passato di ogni persona, nelle sue esperienze di successo e di fallimento, nelle frustrazioni, nelle esperienze di gioia e di vergogna, nelle reazioni degli altri nei propri confronti, e corrisponde ad una costruzione dell' “Io percepito” che inizia a strutturarsi nella prima infanzia, ma che viene integrato nel corso di tutta la vita.
Conseguentemente, tutti i sentimenti sperimentati su se stessi, come la sicurezza o l’incapacità vissute in relazione alle esperienze che compongono la propria storia personale, derivano dall’ “immagine dell'Io”, che spinge ad agire come se si fosse la persona che si ritiene di essere.
Di conseguenza, quando un'idea su se stessi entra a far parte di questa immagine diventa "vera" per la persona, la quale comincia ad agire basandosi su di essa e a comportarsi "come se" essa fosse vera, attivando facilmente quello che viene definita "profezia che si auto-avvera” che è in grado di rafforzare, sua volta, l'immagine iniziale, generando un circolo vizioso o virtuoso a seconda dei casi.
La presenza di questo nucleo profondo che guida il comportamento spiega anche la difficoltà frequente nel cambiare alcuni abitudini e modi di vivere attraverso un'azione e metodi diretti solo ad aspetti dell’involucro individuale esterno, ma che spesso entrano in contrasto con ciò che la persona pensa di poter essere nel cuore dell’Io.
L'auto-immagine, tuttavia, è una struttura plastica che può essere modificata attraverso l’approccio della Psicocibenetica: essa è il prodotto di un meccanismo creativo che filtra la realtà e le esperienze attraverso le "immagini mentali" che compongono l'immagine-chiave che si tende a mostrare nella vita reale, quella che stabilisce ciò che si può fare, ciò che si può essere, descrivendo quella che è stata definita come "la zona del possibile" di ogni persona.
Dal momento che ciò che uno pensa di sé non deriva dalla volontà, ma dalla composizione in un mosaico di vissuti legati alle proprie esperienze, il cambiamento dell'immagine personale registrata, secondo le osservazioni della Psicocibernetica, può seguire lo stesso percorso senza implicare uno sforzo di volontà o anche in mancanza di quest'ultima, come accade in presenza di problematiche depressive.
Ogni comportamento problematico, alla luce di questa prospettiva di studio, nasce attraverso immagini mentali e attraverso queste ultime può essere modificato, dal momento che il nostro cervello tende ad avvalersi dei dati presenti nella propria memoria sotto forma di immagini, allo scopo di risolvere problemi e di agire in determinate situazioni. L'apprendimento e l'allenamento di esperienze nuove, di nuovi modi di pensare, di immaginare e di agire, anche se semplicemente immaginato, mostra di poter modificare gli schemi tipici di reazione mentale e comportamentale, generando una sensazione di maggiore padronanza che viene assorbita ed entra gradualmente a far parte dell'immagine percepita dell’Io.
Il cervello come servo-meccanismo La Psicocibernetica, inoltre, spiega il comportamento umano applicando ad esso i principi e le conoscenze della cibernetica, una scienza che studia i meccanismi di autoregolazione di comunicazione confrontando le similitudini tra macchine ed organismi naturali, con particolare attenzione alla teleologia e allo studio di ciò che accade e di ciò che è necessario per il raggiungimento di un determinato scopo nei sistemi meccanici.
Secondo la prospettiva psicocibernetica ogni persona possiede un servo-meccanismo, ossia una macchina che può essere usata per migliorare la propria vita, anche se in alcuni casi tale dispositivo può funzionare come un vincolo negativo da riprogrammare.
Tale meccanismo, in realtà, è un importante potenziale di successo e di benessere posseduto grazie al naturale funzionamento del cervello e del sistema nervoso che assolvono a funzioni simili a quelli di una calcolatrice elettronica e di un sistema meccanico che si muove per il raggiungimento di uno scopo.
Più precisamente, le due funzioni innate del sistema nervoso umano, similmente a ciò che si osserva in sistemi cibernetici, sono rispettivamente:
• quella di un "cervello elettronico" che tende spontaneamente alla risoluzione di problemi, alla ricerca di risposte ad interrogativi e alla produzione di idee nuove;
• quella di "sistema-guida", dal momento che esso conduce nella direzione giusta per il raggiungimento di un certo scopo spingendo, per tal fine, a reagire correttamente all'ambiente.
È possibile affermare, dunque, in modo generalizzato che il cervello umano può operare secondo entrambe le modalità che connotano i servo-meccanismi meccanici. Esso, infatti, si attiva:
1) nei casi in cui il bersaglio o la risposta da dare non sono manifesti e in cui il compito è proprio quello di individuarli;
2) nelle condizioni in cui lo scopo-bersaglio da raggiungere o la risposta da fornire sono noti e l'obiettivo è rappresentato dall’individuazione di queste mete.
Il cervello agisce come un sistema-guida, ad esempio, quando si sta cercando un oggetto all'interno di una borsa senza guardare, esplorando e procedendo per tentativi fino a riconoscere al contatto qualche caratteristica di ciò che si sta cercando.
Un esempio in cui il funzionamento del servo-meccanismo cerebrale è simile a quello di una calcolatrice elettronica è offerto invece dal gesto di prendere un bicchiere d’acqua per bere. In questo caso grazie ad un meccanismo automatico, dopo aver scelto lo scopo (bere), il cervello attiva e mantiene azioni, più o meno perfezionate e coordinate a seconda dell'età, volte al raggiungimento di tale obiettivo. In questa prima tipologia di funzionamento meccanico il cervello mostra di essere naturalmente predisposto a ricercare il successo dal momento che tende a ricordare gli esiti positivi e a dimenticare i fallimenti, ripetendo automaticamente le azioni che hanno portato al raggiungimento di uno scopo e diminuendo il numero di tentativi inutili e infruttuosi in esperienze simili successive.
Secondo la prospettiva psicocibernetica ogni persona possiede un servo-meccanismo, ossia una macchina che può essere usata per migliorare la propria vita, anche se in alcuni casi tale dispositivo può funzionare come un vincolo negativo da riprogrammare.
Tale meccanismo, in realtà, è un importante potenziale di successo e di benessere posseduto grazie al naturale funzionamento del cervello e del sistema nervoso che assolvono a funzioni simili a quelli di una calcolatrice elettronica e di un sistema meccanico che si muove per il raggiungimento di uno scopo.
Più precisamente, le due funzioni innate del sistema nervoso umano, similmente a ciò che si osserva in sistemi cibernetici, sono rispettivamente:
• quella di un "cervello elettronico" che tende spontaneamente alla risoluzione di problemi, alla ricerca di risposte ad interrogativi e alla produzione di idee nuove;
• quella di "sistema-guida", dal momento che esso conduce nella direzione giusta per il raggiungimento di un certo scopo spingendo, per tal fine, a reagire correttamente all'ambiente.
È possibile affermare, dunque, in modo generalizzato che il cervello umano può operare secondo entrambe le modalità che connotano i servo-meccanismi meccanici. Esso, infatti, si attiva:
1) nei casi in cui il bersaglio o la risposta da dare non sono manifesti e in cui il compito è proprio quello di individuarli;
2) nelle condizioni in cui lo scopo-bersaglio da raggiungere o la risposta da fornire sono noti e l'obiettivo è rappresentato dall’individuazione di queste mete.
Il cervello agisce come un sistema-guida, ad esempio, quando si sta cercando un oggetto all'interno di una borsa senza guardare, esplorando e procedendo per tentativi fino a riconoscere al contatto qualche caratteristica di ciò che si sta cercando.
Un esempio in cui il funzionamento del servo-meccanismo cerebrale è simile a quello di una calcolatrice elettronica è offerto invece dal gesto di prendere un bicchiere d’acqua per bere. In questo caso grazie ad un meccanismo automatico, dopo aver scelto lo scopo (bere), il cervello attiva e mantiene azioni, più o meno perfezionate e coordinate a seconda dell'età, volte al raggiungimento di tale obiettivo. In questa prima tipologia di funzionamento meccanico il cervello mostra di essere naturalmente predisposto a ricercare il successo dal momento che tende a ricordare gli esiti positivi e a dimenticare i fallimenti, ripetendo automaticamente le azioni che hanno portato al raggiungimento di uno scopo e diminuendo il numero di tentativi inutili e infruttuosi in esperienze simili successive.
Principi-chiave di psicocibernetica
Esistono alcuni principi fondamentali che hanno portato allo sviluppo di numerosi esercizi di Psicocibernetica e che guidano ogni pratica messa a punto nel contesto di questo approccio.
Uno degli assunti fondamentali su cui si basano i metodi di aiuto realizzati dalla Psicocibernetica in relazione a diverse problematiche psicologiche e comportamentali è, come accennato, l'importanza dell'immaginazione che è in grado di stimolare il servo-meccanismo cerebrale a seguire schemi positivi di pensiero e di azione. Il segreto dell'uso delle immagini mentali come stimolo per i meccanismi automatici di successo risiede nella loro capacità di rendere chiaro l'obiettivo che si desidera raggiungere. Le virtù attribuite all'immaginazione, intesa come un metodo di riproduzione dei vissuti sensoriali, motori e cognitivo-emozionali, derivano dalle scoperte relative alla sostanziale uguaglianza operata dal cervello tra la "realtà vissuta" e la "realtà immaginata", sempre che ciò avvenga attraverso pratiche multimodali di visualizzazione. Il cervello, infatti, nel corso di appropriati e vividi esercizi di visualizzazione allena l’apprendimento e l'assimilazione di nuovi schemi nello stesso modo in cui avviene nella realtà. Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato che ciò che viene vissuto intensamente a livello immaginativo è in grado di produrre conseguenze psico-fisiche reali, sia a breve che a lungo termine, producendo una graduale ristrutturazione del proprio “ io interiore”. Sulla base di innumerevoli dimostrazioni di questi aspetti, sono stati progettati esercizi di allenamento immaginativo del servo-meccanismo cerebrale per guidare il miglioramento di capacità comportamentali quotidiane, di abilità atletiche, di capacità di comunicazione e di vendita, fino a sviluppare pratiche di miglioramento di aspetti di personalità.
Un secondo principio fondamentale che guida gli esercizi di Psicocibernetica è la cosiddetta "legge di Couè" che sostiene che nello scontro tra volontà e immaginazione, prevale la seconda. Ciò determina la constatazione che non è possibile, attraverso uno sforzo di volontà, modificare comportamenti e abitudini che si sono consolidati nel tempo in seguito ad azioni che derivano dalle proprie immagini interiori, dal momento che sarebbe come parlare due linguaggi differenti. La conseguenza è strettamente connessa al principio precedente: ciò che nasce dalle immagini interiori va modificato con nuove immagini interiori. In Psicocibernetica la vittoria delle immagini sulla volontà favorisce il successo dei percorsi personali di cambiamento anche in assenza di una volontà forte (es. stati di scoraggiamento), purché ci sia una costanza nell'esercizio che generalmente deriva dalla fiducia nel metodo.
Quest'ultima va assicurata rispettando le prescrizioni temporali cicliche che garantiscono il consolidamento di nuovi programmi mentali e quindi il cambiamento comportamentale. Generalmente ogni programma richiede un allenamento di 30 minuti al giorno seguendo un ciclo continuativo di 21 giorni di seguito o, nei casi più complessi, di periodi più lunghi che possono giungere fino a tre mesi comprendendo due o tre ripetizioni di ogni ciclo di base, intervallato da una settimana di riposo.
Infine, la programmazione del servo-meccanismo mentale richiede di limitare gli sforzi consapevoli di cambiamento che possono rappresentare un blocco per il meccanismo creativo automatico: una volta stabilito e immaginato adeguatamente l'obiettivo occorre alleggerire la macchina intellettuale lasciandola agire passivamente e meccanicamente nei contesti in cui si vuole applicare il cambiamento.
Dalla teoria alla pratica: le possibilità della psicocibernetica
Gli obiettivi che è possibile raggiungere attraverso percorsi guidati dall'approccio psicocibernetico sono numerosi come mostra l'esperienza di applicazione in diversi campi.
I più noti esercizi di Psicocibernetica trovano applicazione per favorire:
• il rilassamento e l'abbassamento dei vissuti di ansia;
• il miglioramento della qualità del sonno;
• la capacità di rispondere agli eventi stressanti con azioni positive e di compensazione;
• il miglioramento dei vissuti negativi generati dalla presenza di difetti fisici o di malattie;
• lo sviluppo di un atteggiamento positivo di ricerca di soluzioni ai problemi basato su l’uso dell’immaginazione creativa come chiave del funzionamento del servo-meccanismo di successo;
• la ristrutturazione dell'immagine di sé e la sua riprogrammazione per il successo e per il benessere;
• il miglioramento dell'accettazione di sé e dell'autostima;
• il riconoscimento anticipato di situazioni di pericolo o di fallimento;
• la destrutturazione di auto-valutazioni negative sbloccando i servo-meccanismi orientati al fallimento e al pessimismo e ricucendo alcune cicatrici emotive;
• il controllo delle emozioni eccessive (timitezza, rabbia di aggressività) che possono causare delle difficoltà nelle relazioni interpersonali o dei problemi di somatizzazioni.
Più in generale, l'adozione di semplici esercizi di Psicocibernetica aiuta a programmare cambiamenti positivi in rapporto a numerose abitudini comportamentali, favorendo lo sviluppo di uno stile di vita positivo (alimentazione, attività fisica, relazioni sociali, abitudini lavorative) e l'abbandono di quotidiane dipendenze e vissuti negativi di sé.
MATERIALE BIBLIOGRAFICO E AUDIO SULL’ARGOMENTO
- Maxwell M., 1960, Psycho-cybernetics: a new way to get more living out of life, Prentice-hall, NY. I più noti esercizi di Psicocibernetica trovano applicazione per favorire:
• il rilassamento e l'abbassamento dei vissuti di ansia;
• il miglioramento della qualità del sonno;
• la capacità di rispondere agli eventi stressanti con azioni positive e di compensazione;
• il miglioramento dei vissuti negativi generati dalla presenza di difetti fisici o di malattie;
• lo sviluppo di un atteggiamento positivo di ricerca di soluzioni ai problemi basato su l’uso dell’immaginazione creativa come chiave del funzionamento del servo-meccanismo di successo;
• la ristrutturazione dell'immagine di sé e la sua riprogrammazione per il successo e per il benessere;
• il miglioramento dell'accettazione di sé e dell'autostima;
• il riconoscimento anticipato di situazioni di pericolo o di fallimento;
• la destrutturazione di auto-valutazioni negative sbloccando i servo-meccanismi orientati al fallimento e al pessimismo e ricucendo alcune cicatrici emotive;
• il controllo delle emozioni eccessive (timitezza, rabbia di aggressività) che possono causare delle difficoltà nelle relazioni interpersonali o dei problemi di somatizzazioni.
Più in generale, l'adozione di semplici esercizi di Psicocibernetica aiuta a programmare cambiamenti positivi in rapporto a numerose abitudini comportamentali, favorendo lo sviluppo di uno stile di vita positivo (alimentazione, attività fisica, relazioni sociali, abitudini lavorative) e l'abbandono di quotidiane dipendenze e vissuti negativi di sé.
MATERIALE BIBLIOGRAFICO E AUDIO SULL’ARGOMENTO
- Maxwell M.; Kennedy D., 2001, The New Psycho-cybernetics, Paperback
- Maxwell M.; Kennedy D.; Michael P., Psycho-cybernetics audio book, Audio renaissance
- Monaco M., 2008, Corso di psicocibernetica, A.M.
- Monaco M., 2007, Schede di esercizi di psicocibernetica. In Raccolta per percorso personale di psicocibernetica, A.M.
- Fontana S., 1998, Attraverso la mente. Manuale di psicocibernetica, ISU, Roma