Fonte: Affaritaliani
Curarsi all'estero gratis? Ora si può. Tra poco in Europa i malati saranno senza frontiere. Infatti mancano poco più di tre mesi al 25 ottobre, giorno in cui i pazienti della Ue potranno liberamente scegliere dove farsi visitare, curare o operare. Da quel giorno un italiano avrà la possibilità di sottoporsi ad un intervento a Parigi, Londra e Stoccolma o un finlandese di venire da noi. Da oltre due anni la Ue ha votato questa direttiva. E ora tutti i Paese stanno approntando le pratiche burocratiche che dovranno essere pronte entro il 24 agosto.
La nuova direttiva prevede, come spiega il Messaggero, la possibilità di uniformare procedure amministrative e tariffe, oltre che riconoscere a livello comunitario l’universalità delle prescrizioni mediche. Il quotidiano spiega come, nonostante manchino ancora tre mesi, diversi paesi sono già in fibrillazione, considerato che alcune pratiche burocratiche dovranno “essere pronte entro la fine di agosto”. Per i cittadini dell’Unione Europea si tratta di una riforma importante, che coinvolgerà 600 milioni di persone, due milioni circa di medici e più di venti milioni di infermieri. Quello che il Messaggero definisce una “sorta di Trattato di Schengen della salute” dovrebbe permettere così di omologare i prezzi della sanità in tutta Europa.
Ma non solo: saranno approvate nuove procedure amministrative – con il coinvolgimento delle Regioni – che consentiranno di riconoscere le stesse prescrizioni mediche ovunque. Per i pazienti stranieri che vorranno arrivare in Italia per sottoporsi a cure mediche il Ministero predisporrà sul proprio sito istituzionale un elenco con tutte le strutture d’eccellenza.
Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, legge in positivo questo tsunami sanitario-amministrativo alle porte. "Sarà un’occasione per noi. Non nascondo che può preoccupare una simile organizzazione ma potrebbe essere un modo per metterci in mostra. Per far conoscere le nostre eccellenze. Stiamo lavorando sui finanziamenti dei nostri ospedali che saranno destinatari delle scelte dei pazienti stranieri. Oggi abbiamo malati che si spostano da una Regione ad un’altra, a tempi brevi avremo una circuitazione europea. Finalmente non si parlerà soltanto di malasanità. So che diversi Paesi si sono già fatti avanti per stipulare accordi con le nostre strutture".
Ma la realtà è molto complessa: negli ultimi anni il saldo di pazienti è in passivo. Gli italiani che si fanno curare all'estero sono molti di più degli stranieri che si fanno curare in Italia. Se il trend restasse questo, o addirittura peggiorasse, le conseguenze sul nostro servizio sanitario sarebbero molto gravi.