Fonte: Giulemanidaibambini
L’organo ufficiale della farmacovigilanza italiano ha stabilito
che il metilfenidato, il principio attivo del Ritalin, è associato ad un ritardo
nella crescita dei bambini. Il metilfenidato, infatti, viene impiegato in caso
di deficit d’attenzione e di disordini da iperattività. Già nel corso degli anni
Settanta diversi studi sollevarono perplessità sui benefici di questo
psicostimolante.
fonte: http://www.medicinalive.com
Un trial clinico randomizzato ha esaminato le modifiche in altezza e in peso
di 521 bambini iperattivi di età compresa fra i 7 e i 10 anni. I bambini sono
stati suddivisi in 4 gruppi con differenti strategie terapeutiche (solo terapia
comportamentale intensiva; solo metilfenidato; terapia comportamentale +
metilfenidato; gestione da parte di un medico di medicina generale).
Dopo 14 mesi, è emerso come i bambini trattati con metilfenidato avessero in
media 1,23 cm e 2,48 Kg in meno per anno rispetto ai bambini non esposti al
principio attivo del Ritalin. Durante un periodo aggiuntivo di 10 mesi, in cui
le famiglie erano libere di scegliere quale terapia adottare, il ritardo della
crescita (nei bambini trattati con metilfenidato) era pari a -0,87 cm e -1,02
Kg. In media, dopo 3 anni, i bambini con deficit d’attenzione e iperattività
trattati con metilfenidato avevano circa 2 cm e 2,7 Kg in meno rispetto a quelli
non esposti.
E’ stata condotta anche una revisione sistematica degli studi pubblicati fino
al 2004, che riguardavano adulti e bambini trattati con metilfenidato, e in cui
erano stati registrati sia l’altezza che il peso.
4 studi hanno messo a confronto la crescita dei bambini trattati con
metilfenidato con quella di bambini iperattivi non trattati e con bambini non
iperattivi. 3 su quattro di questi studi mostravano un deficit di crescita con
metilfenidato, compreso tra 1 e 1,5 cm per anno. Di ulteriori 7 studi, che hanno
utilizzato la documentazione cartacea come riferimento, 3 mostravano un
significativo deficit di crescita, di circa 1 cm durante il primo anno di
trattamento ed un totale di 3,3 cm dopo 4 anni.
Altri 7 studi hanno esaminato la crescita dopo l’interruzione della terapia
con metilfenidato: 4 hanno mostrato un graduale recupero della crescita durante
un periodo di 2 anni dopo un’interruzione stabile.
7 studi caso-controllo hanno messo a confronto l’altezza nell’età adulta di
pazienti che avevano ricevuto metilfenidato durante l’infanzia, con quello di
pazienti iperattivi non trattati e con quello di pazienti adulti non iperattivi.
Nessuno ha mostrato una differenza statisticamente significativa.
Infine, 5 studi hanno mostrato che la crescita si normalizza nel corso di
anni di trattamento continuato con metilfenidato.
Il meccanismo attraverso cui il metilfenidato è associato al ritardo della
crescita non è ancora chiaro. La spiegazione più probabile è che tale amfetamina
psicostimolante riduca l’appetito, provocando nausea e vomito. Inoltre, è noto
che può causare anche perdita di peso. È stato suggerito anche che gli
psicostimolanti possono influenzare la secrezione dell’ormone della
crescita.