mercoledì 2 marzo 2011

Prossemica: la gestione dello spazio fisico ed emotivo

Zone interpersonali
Nel 1963 l'antropologo Edward Twitchell Hall ha dato vita allo studio della prossemica; questo termine significa studiare la comunicazione attraverso le distanze fisiche ed analizza i messaggi inviati dall'essere umano nell'ambito dello spazio studiato. L'aspetto veramente interessante di questo studio è dato dal fatto che il modo nel quale gli esseri umani tendono a disporsi in una determinata condizione, solo apparentemente casuale, è in realtà codificato da delle regole ben precise e solitamente sempre uguali o per lo meno ricorrenti nella maggioranza dei casi.
La regola principe della prossemica è definita dalla suddivisione dello spazio che circonda l'essere umano in quattro zone o aree ben precise; infatti, ognuno di noi crea, più o meno inconsapevolmente, uno spazio intorno a sé. L'estensione di questo spazio è regolato da più fattori come la cultura di origine, le esperienze, l'età, il sesso, la razza. Definiamo ora queste quattro aree:
  1. la Distanza Intima, in cui si ha il contatto più intimo attraverso il contatto fisico come toccarre o lascaisi toccare, abbracciare qualcuno. Quest'area inizia dalla nostra pelle e si estende per circa 40-45 centimetri;
  2. la Distanza Personale, è l'area riservata agli amici, ai parenti più stretti o con cui si ha maggiore confidenza. Questa zona inizia dove termina quella Intima e si estende fino ad arrivare a circa 1 metro o poco più;
  3. la Distanza Sociale, inizia dove termina la precedente e può raggiungere i 3-4 metri. Questa è l'area dove gli sconosciuti possono accedere, tra l'altro questa distanza permette di vedere e controllare l'intera persona ad una distanza di sicurezza al fine di esprimere un giudizio positivo o negativo del soggetto osservato;
  4. la Distanza Pubblica, oltrepassa i 4 metri e si estende senza delinearne un limite. Quest'area è tipica degli oratori, conferenzieri, docenti universitari. Quest'area ha la particolarità di avere una persona che parla e molte che ascoltano.
In buona sostanza, lo spazio che decidiamo di porre verso gli altri non è altro che la distanza mentale o relazionale che vogliamo imporre ad altri. Questo spazio viene anche chiamato 'bolla prossemica' in quanto ha la funzione di proteggerci dagli altri salvaguardandoci psicologicamente e fisicamente.
Se osserviamo il nostro modo di comportarci nel momento in cui incontriamo una persona, questo incontro è regolato da molti fattori. Innanzi tutto l'atteggiamento che abbiamo con un amico o un coniuge o una persona particolarmente amata è differente rispetto ad uno sconosciuto, inoltre le nostre origini culturali ci diranno come comportarci e quale atteggiamento avere con un altro essere umano. Se osserviamo le popolazioni orientali ed asiatiche riscontreremo che queste si avvicinano molto ad uno sconosciuto rispetto alle popolazioni europee o nord americane le quali pongono una maggiore distanza fisica; la stessa cosa avviene in Italia fra una persona che abita in città, abituata ad aree comuni decisamente più ristrette rispetto a chi vive in campagna, in ambienti molto ampi.
Lo spazio prossemico è presente in ogni aspetto della nostra vita. Lo troviamo seduti al ristorante, alla nostra scrivania, al banco da lavoro, nell'ascensore e via dicendo. Tutte queste situazioni hanno una base in comune: tendiamo sempre a delinearci uno spazio personale, se questo viene invaso a livello inconscio ci irritiamo, modifichiamo la nostra postura, cambia la nostra respirazione, fisiologicamente una scarica di adrenalina ci predispone alla lotta della nostra area.
Tutto ciò può essere preso in considerazione nel momento in cui comunichiamo con gli altri, sapendo che come noi anche gli altri hanno delineato un loro spazio intimo, personale e sociale. Se ne rispettiamo i confini, molto probabilmente riusciremo a instaurare e mantenere una buona comunicazione.
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