Fonte: Franco
Libero Manco
- Associazione Vegetariana Animalista, in
collaborazione con A.B.I.N. (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale) -
www.vegetariani-roma.it
Spesso
qualche nutrizionista onnivoro in fase denigratoria del sistema vegetariano
sostiene che non sia la mancanza di carne nell’alimentazione dei vegetariani a
dare loro migliore salute ma un più corretto stile di vita che tale scelta
comporta, cioè i mangiatori di carne hanno generalmente anche un cattivo stile
di vita mentre i vegetariani sono generalmente più attenti al loro benessere. I
due aspetti, a mio avviso, sono altrettanto importanti per conservare la salute,
però succede che anche se gli onnivori seguono sani stili di vita sono
ugualmente soggetti a molte patologie contemporanee, mentre i vegetariani, pur
non seguendo sani stili di vita, si ammalano molto di meno.
Le
statistiche ufficiali in tal senso fanno riferimento alla condotta comune delle
persone onnivore, sia che facciano eccessivo o poco uso di carne, così come le
statistiche che riguardano i vegetariani fanno riferimento a tutti i vegetariani
non solo ai più virtuosi, cioè compresi coloro che scelgono di non nutrirsi di
animali per scelta etica e che spesso trascurano l’aspetto salutistico del
problema.
La
letteratura scientifica vegetariana e tutti gli scienziati indipendenti hanno
ribadito e ribadiscono che le malattie generate dalla carne non dipendono dal
fatto che la carne derivi da animali trattati con medicinali, ma che sono le
proteine proprie della carne sia che provengano da animali terricoli, da pesci,
da latticini o da uova.
Anche
se un individuo vive in conformità alle leggi naturali ma mangia carne gli
effetti protettivi delle verdure vengono in gran parte neutralizzati dai
prodotti carnei. La carne fa male non perché gli animali non sono più allevati
allo stato naturale ma perché è un alimento incompatibile con i processi
biochimici dell’essere umano per natura fruttariano. E tutto ciò che non è
adatto alla nostra alimentazione non può che apportare danni. Se fosse un
alimento compatibile il nostro organismo non produrrebbe radicali liberi,
leucocitosi, crisi enzimatica, carenza di vitamine, aumento di colesterolo,
aumento del battito cardiaco, acidificazione del sangue, prelazione di calcio,
uricemia, ipertensione, reumatismo, gotta, cancro..
Non
c’è stile di vita in grado di neutralizzare tutti gli effetti deleteri della
carne. A tal proposito vale la pena ricordare che le scorie accumulate dagli
alimenti troppo ricchi di proteine come la carne, oltre ad acidificare il
sangue, sono causa di tutte le manifestazioni uricemiche, di obesità,
diabete, calcolosi, reumatismo, nevralgie, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi,
ipertensione, stitichezza, allergie ecc.. Infatti le leggi di Graham sul cibo
elettivo dimostrano che esiste un rapporto preciso e definitivo tra costituzione
fisica di un animale e il suo cibo elettivo che è quello che serve al meglio i
suoi interessi biologici, psicologici, conservativi e ambientali. In modo più
dettagliato riporto le considerazioni del dr. Valdo Vaccaro.
“La
carne genera l’aldeide malonica (sostanza cancerogena al 100% che si sviluppa
con la cottura della carne, l’acreolina (dalla cottura dei grassi, ultratossica
per il fegato), l’adrenalina (dal terrore indescrivibile provato dalle bestiole
nei macelli), il dietilsilbestrolo (causatore di cancro all’apparato genitale
femminile), l’acido apocolico e il 3-metil-colantrene (composti chimici
cancerogeni derivati dal contatto dei prodotti di decomposizione carnea coi
nostri acidi biliari, l’acido colico e l’acido disossicolico, il
beta-glicoronidasi e l’alfa-deiprossilasi (enzimi cancerogeni derivati da
batteri intestinali di carni e pesce crudi), il coprosterolo (sterolo
cancerogeno da carne e pesce crudi e cotti), la cadaverina (dall’aminoacido
lisina), gli etil e metil-mercaptani (dalla cisteina e dalla metionina), la
putrescina-agmatina-tiroxina-fenolo (veleni generati dalla cottura di carne e
pesce), il solfuro d’idrogeno e l’acido acetico, l’albumina, la fibrina e la
gelatina, derivate dal brodo di carne (causatore accertato di morie a gruppi di
cani alimentati a brodo), le ptomaine (sostanze che prendono il nome da ptoma,
che in greco significa cadavere), il benzopirene, le nitrosammine e le
aflatossine (micidiali cancerogeni), i radionuclidi o radicali liberi, le purine
(sostanze azotate derivanti soprattutto dal pesce, anche crudo, anche fresco e
anche sanissimo, che fanno aumentare paurosamente l’acido urico nel sangue),
indolo, scatolo, acido lattico, alte dosi di
colesterolo, trigliceridi e acidi urici, estrogeni ed antitiroidei, sulfamidici,
cortisonici, beta-bloccanti, ammoniaca, vaccini ecc.
Inoltre
con la frollatura la carne appena macellata subisce il cosiddetto rigor mortis,
determinato dalla contrazione delle strutture muscolari, che raggiungono la
massima intensità entro 1-2 giorni. Si ha poi una parziale e graduale
demolizione delle proteine muscolari e del collagene: questo fenomeno (detto
frollatura molto importante per il gusto e la tenerezza della carne) avviene a
bassa temperatura e varia in base al tipo di carne: per quelle bovine la durata
è di almeno 5 giorni.
Chi
sostiene l’utilità della carne…
1) non prende in considerazione la struttura del corpo umano morfologicamente strutturato per cibarsi di frutti, vegetali, semi e radici.
2) non considera la funzione degli enzimi nella digestione che con la cottura della carne vengono distrutti.
3) non differenzia le vitamine vere dalle vitamine sintetiche, tra minerali organici e minerali inorganici.
5) non considera gli esperimenti di Kautchakoff del 1930 sulla proliferazione dei leucociti nel sangue (da6000
a 18000 per mmc di sangue) ad ogni pasto carneo.
6) non considera il grado di l’alcalinità del sangue umano.
7) non valuta la scarsità di acido cloridrico presente nello stomaco umano (20 volte inferiore a quella presente negli animali carnivori), e quindi l’incapacità del nostro apparato di disgregare le proteine della carne.
8) non valuta la totale assenza di enzimi uricase antiurici nel corpo umano (a differenza degli animali carnivori che ne sono ben dotati) e quindi l’incapacità assoluta del corpo umano di neutralizzare i micidiali effetti urici delle carni.
9) non considera i gravissimi danni provocati dalla cottura dei cibi e in particolare dei tanti grassi animali”.
1) non prende in considerazione la struttura del corpo umano morfologicamente strutturato per cibarsi di frutti, vegetali, semi e radici.
2) non considera la funzione degli enzimi nella digestione che con la cottura della carne vengono distrutti.
3) non differenzia le vitamine vere dalle vitamine sintetiche, tra minerali organici e minerali inorganici.
5) non considera gli esperimenti di Kautchakoff del 1930 sulla proliferazione dei leucociti nel sangue (da
6) non considera il grado di l’alcalinità del sangue umano.
7) non valuta la scarsità di acido cloridrico presente nello stomaco umano (20 volte inferiore a quella presente negli animali carnivori), e quindi l’incapacità del nostro apparato di disgregare le proteine della carne.
8) non valuta la totale assenza di enzimi uricase antiurici nel corpo umano (a differenza degli animali carnivori che ne sono ben dotati) e quindi l’incapacità assoluta del corpo umano di neutralizzare i micidiali effetti urici delle carni.
9) non considera i gravissimi danni provocati dalla cottura dei cibi e in particolare dei tanti grassi animali”.