Il Veleno dei Serpenti nella pratica Omeopatica

EFFETTI SUL SANGUE


Per capire l’utilizzazione dei veleni dei serpenti in Omeopatia è necessario studiare l’effetto tossico di questi veleni e le modificazioni che provocano nell’organismo, al fine di applicarli seguendo le Leggi di Similitudine. Seguendo la classificazione degli zoologi, possiamo dividere i veleni in due glandi classi: COLUBRIDI di cui si usano due veleni e cioè quello di Naja Tripudians o Cobra dal capello o serpente dagli occhiali e quello di Elaps Corallinus o Serpente corallo; VIPERIDI di cui si usano cinque veleni e cioè il Lachésis Mutus o Surucucù, Lachésis Lancéolatus o Bothrops, Crotalus Horridus o Serpente a sonagli, Cenchris Contortrix o Ancistrodon e Vipera o Viveva comune.


Effetti sul sangue

I veleni dei Colubridi presentano un’affinità particolare per il sistema nervoso, sono particolarmente neurotossici e l’effetto sul sangue è di natura anticoagulante; sono emorragici per soppressione della coagulabilità sanguigna. Un veleno molto neurotossico è quello del Naja, un veleno molto anticoagulante è quello dell’Elaps.

I Viperidi hanno soprattutto un’azione sanguigna emolizzante i globuli rossi, mentre coagulano in massa il sangue; sono quindi di volta in volta sia emorragici che coagulanti, cosa apparentemente paradossale. Vedremo allora delle emorragie accompagnarsi a dei grumi a causa del potere coagulante. Il veleno dei viperidi distrugge i globuli bianchi facendoli corrispondere alle infezioni ed alle suppurazioni. Come tutti i veleni sono anch’essi neurotossici, ma mai allo stato puro come Naja. Un veleno coagulante quasi puro è quello della Vipera (usato nelle flebiti). Infine il veleno del Lachesis Mutus è considerato il grande policresto del gruppo dei veleni perché è il più usato in omeopatia nel suo gruppo, infatti diventa di volta in volta neurotossico, circolatorio, coagulante, suppurante e degenerativo.


Alcuni serpenti, caratteristiche del loro veleno e riferimenti omeopatici


Naja Tripudians (o Cobra)

Serpente molto velenoso; il morso non è doloroso. Il ferito prova subito una specie di stanchezza e di sonno invincibile, le gambe lo reggono appena e respira con difficoltà; sonnolenza ed oppressione respiratoria aumentano progressivamente, il polso passa da rapido a rallentato ed indebolito, la bocca si contrae e diventa bavosa, lingua gonfia, le palpebre si abbassano; dopo alcuni singhiozzi seguiti da vomito alimentare ed emissione involontaria di urina e feci la vittima cade in coma e muore. Tra il morso e la morte intercorrono circa 6-7 ore.

Il dr. Kent lo considera come il più utile dei rimedi cardiaci nelle affezioni del cuore e nelle affezioni valvolari non congenite. Il dr. Elliot ha comparato questo rimedio omeopatico con l’azione tossica del digitale: soluzioni deboli del veleno di Naja rallentano il cuore e provocano extrasistoli, soluzioni più concentrate sospendono i battiti in sistole. Naja ha un’azione sul tessuto ematico; a dosi non mortali questo rimedio non modifica affatto il numero dei leucociti né la percentuale dei costituenti normali del sangue, fatto questo che ci spiega perché, nel Naja, non troviamo i sintomi di emorragia e suppurazione. Come per il veleno di Crotalus e Lachésis, Naja abbassa moderatamente la riserva alcalina del sangue durante la prima fase di intossicazione, per diminuire fortemente durante l’agonia. Naja, a differenza di Lachésis, aumenta leggermente la VES, ma soltanto ad uno stadio più avanzato di avvelenamento. In ultimo ricordiamo che Naja è transitoriamente un ipertensore per divenire poi ipotensore per costrizione dei vasi polmonari e replezione del cuore destro.

Vipera

Il morso, come quello di tutti i Viperidi, si accompagna ad un’intensa reazione locale. La vittima prova un dolore vivo e cocente che si estende come una lingua di fuoco dal punto morso a tutto l’arto che si gonfia rapidamente; nello stesso tempo il polso del soggetto si accelera, prova angoscia, debolezza, sudore freddo. Dopo uno o più giorni la parte morsa si copre di macchie ecchimotiche con essudato sieroso e tendenza alla cancrena; in certi casi può seguire la morte. Senza siero antiveleno si ha una mortalità del 10%.

Il veleno della vipera ha un’azione predominante sul sangue: può essere emolitico come coagulante; colpisce i leucociti e le vie linfatiche il che corrisponde ad un’azione infiammatoria e suppurativa infiammando i tessuti e producendo edemi. Si osserva alterazione delle pareti linfatiche e venose. Si osserva la combinazione dell’azione sanguigna ed azione neurotossica. L’azione sanguigna del veleno della Vipera tocca il sistema circolatorio generale ed il cuore il quale è sovente depresso con abbassamento della pressione e movimento cardiaco debole: a volte non si sentono neppure le pulsazioni delle arterie radiali o delle carotidi; si può avere dolore cardiaco con ansietà, accompagnato da sudore freddo.

Lachésis Mutus

Come tutti i veleni, il veleno del Lachésis irrita le mucose, provoca l’infiammazione e la necrosi dei tessuti, distrugge gli elementi nobili del sangue cioè le emazia e i leucociti e le albumine del siero; ne deriva che il paziente presenta disturbi di irritazione, necrosi, emorragie e suppurazioni. Questo veleno determina accelerazione della velocità di coagulazione sanguigna seguita da incoagulabilità e rallenta la velocità di sedimentazione. La dose mortale del veleno di Lachésis è un centesimo di milligrammo per ogni chilo del peso dell’essere vivente aggredito. Il primo omeopata ad avere l’idea di utilizzare il veleno di Lachésis fu il dr. Hering.

Crotalus Horridus

Serpente estremamente velenoso. L’azione del Crotalus corrisponde ad un’intossicazione grave e profonda dell’organismo che si distingue per la sua intensa azione sanguigna: provoca emorragie da tutti gli orifizi del corpo ed una vera e propria decomposizione del sangue. È il viperine che presenta l’azione combinata sul fegato e sul sangue più intensa. Inoltre è un potente neurotossico ed interessa la sfera cerebrospinale e gli organi sensoriali, il bulbo ed i centri respiratori e cardiaci. È quindi evidente che in casi di emorragia grave penseremo subito a Crotalus come rimedio omeopatico.

Bothrops Lanceolatus

Da un punto di vista omeopatico questo veleno si colloca tra Vipera e Crotalus H. Il veleno a dosi omeopatiche può corrispondere alle tumefazioni edematose molli, tessuti pieni di sangue nero con netto rigonfiamento, comparsa di vescicole sanguinanti con distruzione della pelle. Il carattere emorragico del rimedio lo pone vicino al Crotalus H. rendendolo adatto alle malattie infettive gravi a carattere emorragico: scarlattina e morbillo emorragico, febbre tifoide, tifo, peste, febbre gialla, dissenteria emorragica, polmonite emorragica o gangrenosa.

Cenchris Contortrix

Della famiglia dei Viperidi, attacca all’improvviso ed è molto temuto. In omeopatia lo si impiega poco a causa della poca conoscenza della sua patogenesi. Come tutti i veleni ha intense cefalee causate da congestione cefalica. La sua particolarità è presente nella regione pelvica: congestione dell’ovaia destra, congestione uterina, mestruazioni ed emorragie molto abbondanti che non fanno migliorare la paziente, emorragie uterine.

dr. Ezio Rittà, D.Hom.
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