lunedì 15 agosto 2011

Stanford: l’autismo non è così “genetico”


Una rapidissima notizia, tanto per non perdere la buona abitudine di rimettere in discussione assunzioni ormai date per scontate. Perchè l’autismo? Quali sono le cause della sua manifestazione? Tutti sapevamo che questo distrubo, in quanto oscuro, fosse attribuibile a cause genetiche. Proprio perchè oscuro, effettivamente, la medicina attuale non ha saputo dare risposte certe, ipotizzando che i fattori ereditari contribuissero in maniera significativa al rischio che il bambino ne sviluppasse la sindrome. Sembra che non sia proprio così: un team di ricercatori dell’Università di Stanford, due giorni fa, ha pubblicato on-line uno studio che attesta come l’autismo sia un problema causato da fattori ambientali ai quali si è sottoposti durante la vita intrauterina (Lisa A. Croen; Judith K. Grether; Cathleen K. Yoshida; Roxana Odouli; Victoria Hendrick. Antidepressant Use During Pregnancy and Childhood Autism Spectrum Disorders. Archives of General Psychiatry, 2011; DOI: 10.1001/archgenpsychiatry.2011.73).

Lo studio ha coinvolto 296 bambini affetti dalla sindrome e 1507 bambini del gruppo di controllo selezionato casualmente dal gruppo del Kaiser Permanente Northern California.
Il fattore individuato come causa principale del problema? la serotonina sintetica (il neurotrasmettitore – in questo caso prodotto da farmaci – coinvolto nella regolazione dell’umore) nell’organismo della madre, la cui presenza può essere principalmente attribuibile all’assunzione di farmaci antidepressivi. Ma non solo: la dottoressa Croen – coordinatrice della ricerca – suggerisce che la serotonina sintetica può essere la causa del problema quando concomitante ai cambiamenti fisiologici correlati allo stress e alla depressione della madre sviluppati prima e durante la gestazione.
In altre parole forse occorrerebbe mettersi in testa che la ‘psicosomatica’ non esiste: ogni disturbo possiede in sè fattori psichici e fattori somatici da prendere in considerazione. Questa naturalmente è una conclusione personale (corroborata comunque da fatti e studi concreti): finchè la ricerca medica si concentrerà su uno o sull’altro fattore, senza prenderli in considerazione entrambi, non metterà luce sui fenomeni ‘oscuri’ che risiedono – a nosto avviso – tanto nell’autismo quanto nelle più comuni malattie dei nostri tempi.
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