I recettori per il dolore sono terminazioni nervose nude presenti in quasi tutti i tessuti. Gli impulsi sono condotti al sistema nervoso centrale da due sistemi di fibre, uno rappresentato da piccole fibre mieliniche (gruppo Aδ di 2-5 µm di diametro che conducono a 12-30 m/s), l'altro consistente in fibre amieliniche del gruppo C (diametro di 0,4-1,2 µm). Queste fibre amieliniche del gruppo C si trovano nella divisione laterale delle radici dorsali e vengono anche chiamate 'fibre C delle radici dorsali'. Tutti e due i gruppi di fibre vanno a confluire nel corno dorsale e più precisamente: il primo nei neuroni della lamina I, mentre le fibre C delle radici dorsali terminano su neuroni localizzati nelle lamine I e II. Alcuni degli assoni di questi neuroni terminano nel midollo spinale e nel tronco cerebrale, mentre altri formano il tratto spinotalamico laterale.
Gli impulsi dolorosi risalgono lungo questo tratto fino ai nuclei ventrali posteromediale e posterolaterale del talamo; da qui raggiungono il giro postcentrale della corteccia cerebrale. Vi sono numerosi dati a sostegno del fatto che il trasmettitore sinaptico secreto dalle fibre afferenti primarie che mediano le sensazioni dolorifiche è la sostanza P. Precisiamo che la sostanza P è un peptide presente in quantità elevata nell'intestino, inoltre è presente nelle terminazioni nervose del sistema nervoso in differenti sedi. Se questa sostanza viene iniettata sottocutanea, provoca vasodilatazione e la sua liberazione dalle terminazioni periferiche dei neuroni afferenti primari è probabilmente responsabile del riflesso assonico.
DOLORE RAPIDO E DOLORE TARDIVO
Vi sono due tipi di dolore, e più precisamente una via per il dolore lenta ed una rapida. E' osservabile che vi sia uno stimolo dolorifico il quale provochi una sensazione acuta, forte e ben localizzabile, seguita da una sensazione sorda, intensa, estesa e spiacevole. Queste due sensazioni sono chiamate: dolore rapido e dolore tardivo o dolore primario e secondario. Da notare che quanto più lontano dal cervello viene applicato lo stimolo dolorifico, tanto più lungo è l'intervallo di tempo fra le due sensazioni. Si è capito quindi che il dolore rapido è dovuto all'attività delle fibre dolorifiche Aδ mentre quello tardivo è dovuto all'attività delle fibre dolorifiche C.
PERCEZIONE SOTTOCORTICALE E RISPOSTA AFFETTIVA
La percezione degli stimoli sensoriali la si può avere in assenza della corteccia cerebrale; questo processo è vero in particolar modo per il dolore. Infatti le aree corticali recettrici sono apparentemente deputate all'interpretazione discriminativa, esatta e significativa del dolore, ma la loro percezione del dolore non richiede la presenza della corteccia.
La maggior parte dei ricercatori è concorde con quanto detto da Sherrington: "...il dolore è un aspetto psichico di riflesso protettivo prepotente". Infatti gli stimoli dolorifici evocano potenti riflessi di allontanamento e di evitamento, inoltre il dolore è l'unico fra le sensazioni in quanto è associato con una forte componente emotiva.
Sebbene anche le informazioni trasmesse dagli altri organi di senso possano in un secondo tempo evocare emozioni gradevoli o sgradevoli, a seconda dell'esperienza del soggetto, solo il dolore ha una componente affettiva sgradevole, la quale dipende da connessioni delle vie del dolore nel talamo. Non per nulla lesioni al talamo possono dare una iperreattività agli stimoli dolorifici, condizione nota come 'sindrome talamica'. In queste condizioni, stimoli anche minimi producono dolori intensi, prolungati e molto sgradevoli.
In alcuni casi si può dissociare il dolore dalla sua componente sgradevole mediante sezione delle connessioni profonde fra i lobi frontali ed il rimanente del cervello, cioè attraverso una lobotomia prefrontale. Dopo questo intervento i pazienti asseriscono di sentire ancora il dolore ma di non esserne disturbati. Questo intervento limite è talvolta utile se non necessario nel trattamento del dolore intrattabile causato dal cancro terminale. Oltre alla lobotomia, uno degli interventi più diffusi è la cordotomia anterolaterale, cioè l’interruzione ottenuta con il calore (prodotto dalla corrente a radiofrequenza) delle fibre nervose situate nella parte anterolaterale del midollo spinale che veicolano le informazioni relative al dolore dell’arto superiore, del tronco e dell’arto inferiore del lato opposto. Quando appropriatamente eseguito, questo intervento seziona le fibre dolorifiche spinotalamiche laterali lasciando intatte alcune delle fibre tattili spinotalamiche centrali.
DOLORE PROFONDO
La principale differenza fra sensibilità superficiale e sensibilità profonda sta nella differente natura del dolore provocato dagli stimoli nocivi. Contrariamente al dolore superficiale, quello profondo è poco localizzato, sgradevole, nauseante e spesso associato a sudorazione ed a variazioni della pressione arteriosa.
Si può provocare dolore in modo sperimentale, iniettando nel periostio o nei legamenti un po' di soluzione salina ipertonica. Questo provoca una contrazione riflessa dei muscoli scheletrici che assomiglia allo spasmo muscolare che si osserva nel caso di lesioni ossee, tendinee ed articolari. Ne consegue che i muscoli continuamente contratti diventano ischemici, ciò provoca la stimolazione dei recettori dolorifici nei muscoli stessi, e siccome il dolore a sua volta aumenta lo spasmo, si instaura un circolo vizioso.
Percutanea cordotomia cervicale |
DOLORE PROFONDO
La principale differenza fra sensibilità superficiale e sensibilità profonda sta nella differente natura del dolore provocato dagli stimoli nocivi. Contrariamente al dolore superficiale, quello profondo è poco localizzato, sgradevole, nauseante e spesso associato a sudorazione ed a variazioni della pressione arteriosa.
Si può provocare dolore in modo sperimentale, iniettando nel periostio o nei legamenti un po' di soluzione salina ipertonica. Questo provoca una contrazione riflessa dei muscoli scheletrici che assomiglia allo spasmo muscolare che si osserva nel caso di lesioni ossee, tendinee ed articolari. Ne consegue che i muscoli continuamente contratti diventano ischemici, ciò provoca la stimolazione dei recettori dolorifici nei muscoli stessi, e siccome il dolore a sua volta aumenta lo spasmo, si instaura un circolo vizioso.