venerdì 6 maggio 2011

Ernst Heinrich Weber e la Psicofisica

Ernst Heinrich Weber, tedesco di origine, nacque a Wittenberg il 24 giugno 1795 e morì a Lipsia, 26 gennaio 1878. Nella sua carriera accademica è stato un fisiologo e anatomista , universalmente conosciuto come il fondatore della psicologia sperimentale. Weber studiò medicina all'Università di Wittenberg. Nel 1818 ebbe l'incarico di professore associato di anatomia comparativa all'Università di Lipsia, dove divenne professore associato di anatomia e fisiologia nel 1821. Attorno al 1860 Weber lavorò con Gustav Fechner sulla psicofisica, e proprio in quel periodo si arrivò alla formulazione della legge di Weber.
Nel 1866 Weber si ritirò dalla cattedra di fisiologia e anche da quella di anatomia nel 1871. Proprio in questo periodo lui e suo fratello, Eduard Friedrich Weber, scoprirono il potere inibitore del nervo vago.
L'Europa fu il luogo di nascita della psicofisica, lo studio sistematico della relazione tra i caratteri fisici di uno stimolo e le percezioni che esso produce. E fu proprio grazie all'anatomista Weber il quale studiò la capacità dell'uomo di discriminare tra vari stimoli, scoprendo un principio valido per tutti i sistemi sensoriali: la differenza appena percettibile (jnd = just-noticeable difference). La più piccola differenza percettibile tra due stimoli, o il minimo cambiamento in uno stimolo che si può correttamente giudicare come diverso da uno stimolo di riferimento (reference stimulus); la jnd è anche conosciuta come soglia delle differenze. Questo valore è il rapporto tra la soglia differenziale e l'intensità dello stimolo; intuitivamente maggiore è lo stimolo e maggiore è la soglia differenziale.
Gustav Fechner (1801-1887), un altro fisiologo tedesco, usò il concetto di Weber della differenza appena percettibile per misurare le percezioni dei soggetti; supponendo che fosse questa l'unità fondamentale di un'esperienza percettibile, egli misurò in jnd il valore assoluto di una percezione.
I metodi psicofisici si basano sul concetto di soglia, in corrispondenza della quale un osservatore passa dalla non percezione alla percezione. La differenza appena percettibile può essere detta anche soglia differenziale: la differenza appena percepibile tra due stimoli. La soglia assoluta è il minimo valore di uno stimolo che può essere percepito, cioè discriminato dall'assenza totale di stimolo.
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