Fonte: Ansa.it
ROMA - Disporre che il proprio corpo, dopo la morte, finisca sul tavolo operatorio delle facolta' di medicina, per preparare i buoni chirurghi del futuro, prima di essere restituito ai familiari, in condizioni ''civili e rispettose della dignita' ''. E' la nuova normativa (4 i progetti di legge presentati finora) su cui sta lavorando la commissione Affari Sociali della Camera, per regolamentare e promuovere la donazione della propria salma alla scienza, visto che la pratica della ''dissezione di cadavere'' e' attualmente in disuso, nonostante all'unanimita' le societa' scientifiche ritengano che sia ''insostituibile''.
L'ipotesi al vaglio e' quella della ''donazione volontaria'' e che ha come linea guida, sottolinea il relatore, Gero Grassi, ''il rispetto totale e la dignita' del corpo, anche se morto''. I vincoli, infatti, saranno quelli ''dell'integrita' della salma'' e della sua ''riconsegna'' alle famiglie, una volta terminati gli studi.
Se al momento, infatti, l'uso del corpo post mortem e' disciplinato dal regolamento di polizia mortuaria, mancano pero' norme specifiche per manifestare la propria volonta' al riguardo, cosi' come si puo' fare, invece, per la donazione di organi.
Sara', insomma, un nuovo testamento, che non dovrebbe trovare, pero', intoppi nel suo cammino parlamentare, visto che le proposte arrivate all'attenzione dei deputati sono firmate da quasi tutti i gruppi e che si e' registrata, nelle prime sedute sull'argomento, una volonta' 'bipartisan' di andare incontro alle esigenze del mondo scientifico. Le societa' sentite dalla commissione in un primo giro di audizioni informali, si sono dette favorevoli all'ipotesi legislative, sottolineando come lo studio su cadavere sia ''una possibilita' di apprendimento, di formazione e di perfezionamento del tutto insostituibile''.
La proposta del relatore ''la donazione del corpo post-mortem a fini di studio e di ricerca scientifica'', prevede la stesura di un testamento olografo (senza necessita' di andare dal notaio) in cui si dichiara la propria volonta'; che i centri vengano identificati dal ministero della Salute, insieme al Miur e d'intesa con la Confernza Stato-Regioni (e si pensa a ''4 o 5 centri in Italia''); che la restituzione della salma avvenga entro ''un anno'', in ''condizioni dignitose'' (anche se sul punto e' aperta la discussione), con lo spese di trasporto a carico della struttura che le riceve; che siano promosse campagne informative per sensibilizzare i cittadini.
Al vaglio ce ne sono altre tre, simili, depositate da Matteo Brigandi' (Lega), Ivano Miglioli, sempre Pd, e Domenico Di Virgilio (Pdl). Quest'ultima, spiega lo stesso esponente del Pdl, contempla anche la donazione alla scienza ''delle salme che non sono reclamate da nessuno, trascorso un congruo periodo di tempo''. Questi 'morti abbandonati', attualmente sono ''all'incirca un migliaio'' sottolinea Grassi, e non possono essere utilizzati perche' ''a disposizione dell'autorita' giudiziaria''.
Di Silvia Gasparetto