mercoledì 26 gennaio 2011

Sensazioni di Vittoria

Continuiamo il nostro studio sul comportamento umano facendoci aiutare dal dr. Maltz. In questo articolo andremo ad analizzare un meccanismo curioso del nostro cervello: questi, insieme al sistema nervoso, non possono distinguere la differenza che passa tra una esperienza reale ed una vividamente immaginata. Il nostro automatico meccanismo creativo agisce e reagisce sempre appropriatamente all'ambiente, alle circostanze ed alla situazione, ed i soli dati che riguardano questi tre fattori consistono in ciò che noi crediamo sia vero riguardo ad essi. Questa interessante affermazione è riportata nel libro Psicocibernetica di Maxwell Maltz.
Questa considerazione ci porta a dedurre che se noi siamo inclini a pensare continuamente al fallimento, immaginandolo ripetutamente con particolari così vividi da farlo diventare 'reale' per il nostro sistema nervoso, proveremo gli stessi sentimenti che ad esso si accompagnano. In riguardo a ciò pensiamo a quale stress psicofisico induciamo il nostro corpo e la nostra mente a sopportare. Pensiamo inoltre ad errori che quasi tutti noi commettiamo, involontariamente: la preoccupazione per gli eventuali risultati sfavorevoli e quella sensazione di ansietà, inadeguatezza e forse anche umiliazione per avvenimenti o situazioni che potrebbero venirsi a creare (ma che non sono in effetti avvenuti); ci ripetiamo in continuazione l'immagine del fallimento e purtroppo lo sommiamo a situazioni già avvenute in passato di natura nefasta, indebolendo ulteriormente l'immagine di noi stessi.
Però, se teniamo sempre a mente il nostro scopo positivo e se ce lo immaginiamo così vividamente bello da farlo diventare 'reale', se vi pensiamo in termini di un fatto compiuto, proveremo quelle "sensazioni di vittoria": fiducia in noi stessi, coraggio e la certezza che il risultato non potrà che essere positivo.
La 'sensazione di vittoria', in sé stessa, non ci farà agire con successo, sarà piuttosto la natura di un segnale o di un sintomo che ci fa mettere in moto i nostri ingranaggi per il successo. Apparentemente può eliminare ogni ostacolo ed ogni difficoltà, può adoperare errori e sbagli in modo tale da renderli utili al successo.
La scienza della Cibernetica, afferma il dr. Maltz, getta una nuova luce sul modo di operare di questa sensazione. Acquisire una determinata abilità è questione di pratica, di esercizio fatto di tentativi ed anche di errori, finchè non venga registrato nella memoria un certo numero di azioni di successo. Gli studiosi ed esperti di cibernetica hanno costruito ciò che essi chiamano 'topo elettronico', che può imparare la giusta strada attraverso un labirinto. L'obiettivo della pratica è fare prove in continuazione, correggendo continuamente gli errori, finchè non venga registrato un successo. Quando si esegue un'azione che porta ad un successo, essa non solo viene registrata dal principio alla fine in quella che viene chiamata memoria cosciente, ma anche nei nervi e nei muscoli. Il linguaggio popolare è intuitivo e descrittivo, e quando diciamo: "Me lo sento nelle ossa che ce la faro!", non siamo lontani dal vero.
In più occasioni abbiamo già citato il dr. Dispenza il quale nel suo libro Evolvi il tuo Cervello ben illustra i 'cablaggi neuronali'. Questo ci riconduce alla maggior parte dei ricercatori i quali affermano, ognuno a modo loro, che quando noi immaginiamo, ricordiamo o pensiamo ai nostri momenti di successo (ciò avviene anche per i fallimenti), i neuroni della corteccia cerebrale scaricano una corrente elettrica; nella stessa misura, quando impariamo o esperimentiamo qualcosa, si stabilisce nel tessuto del cervello una rosa di neuroni che formano una 'catena'. Quando riattiviamo un'azione di successo dal passato, riattiviamo anche il tono, la 'sensazione di vittoria' ad essa accompagnata, e viceversa, se riaffermiamo quella sensazione di vittoria, evocheremo anche le azioni di successo che le hanno accompagnate.
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