Il tè verde può essere di aiuto per tre ragioni: è un potente antiossidante, è ricco di flavonoidi che riducono il pericolo di ictus, e contiene caffeina, che usata con giudizio produce un utile effetto stimolante sui processi cognitivi. Gli antiossidanti contenuti nel tè verde appartengono alla famiglia dei polifenoli, che comprendono le catechine e le quercetine, capaci di aumentare la capacità antiossidante del sangue anche del 50%. L'aumento si verifica circa mezz'ora dopo l'ingestione della bevanda.
Il tè verde accresce anche l'efficacia degli enzimi epatici disintossicanti. Di conseguenza, contribuisce a far sì che una parte delle sostanze nocive presenti nell'organismo siano inattivate prima che possano danneggiare le cellule, neuroni compresi.
Il tè verde accresce anche l'efficacia degli enzimi epatici disintossicanti. Di conseguenza, contribuisce a far sì che una parte delle sostanze nocive presenti nell'organismo siano inattivate prima che possano danneggiare le cellule, neuroni compresi.
Vale la pena precisare che sebbene di recente i media abbiano attirato l'attenzione sugli effetti salutari del tè verde, il tè nero può risultare quasi altrettanto benefico. Questo tipo di tè, che è quello di uso comune nella maggior parte dei paesi occidentali, non contiene catechine, ma è ricco di altri antiossidanti assenti nel tè verde. Il tè, sia verde che nero, è ricco di flavonoidi, sostanze affini alle vitamine naturalmente presenti nelle foglie di questa specie vegetale, oltre che nella frutta e nella verdura in generale. I flavonoidi tendono ad ostacolare l'aderenza reciproca delle cellule del sangue, un fenomeno che facilita l'ostruzione dei vasi sanguigni. Di conseguenza, essi diminuiscono il rischio di ictus e di demenza multi-infartuale. Uno studio recente, svolto in un arco di quindici anni, ha riscontrato in coloro che avevano assunto una rilevante quantità di flavonoidi un rischio di ictus interiore del 73% a quello del gruppo di controllo. I soggetti di questo studio assumevano circa il 60% dei flavonoidi tramite il tè.
Persino la caffeina presente nel tè può giovare ai processi cognitivi, se assunta in quantità moderate. Anche altre bevande contenenti questa sostanza, come il caffè e la Coca-Cola (con tutte le riserve sulla qualità di questa bevanda - ndr), possono giovare alla memoria ed all'intelligenza.
In effetti nei paesi occidentali la caffeina è il più diffuso prodotto per la stimolazione delle funzioni intellettive. Numerosi test hanno confermato che, in quantità ragionevoli, essa favorisce la concentrazione e la vigilanza. Trattandosi di uno stimolante, la caffeina promuove la liberazione di adrenalina e può temporaneamente migliorare la memoria e l'umore. Il caffè contiene inoltre alcune sostanze affini agli oppiacei: di conseguenza stimola e contemporaneamente rilassa.
D'altra parte un eccessivo consumo di caffeina è fin troppo frequente. Ciò dipende dal fatto che spesso le persone non hanno abbastanza energie fisiche su cui contare. Invece di alimentarsi, fare esercizio e riposare in modo sufficiente per recuperare le forze, molti prendono la scorciatoia della caffeina. Il prezzo a breve termine di questa dipendenza si chiama ansia, irritabilità, insonnia, ma è possibile che si manifestino anche sonnolenza ed affaticamento mentale quali effetti "di rimbalzo". Il prezzo a lungo termine è il logoramento delle ghiandole surrenali ed un corpo esaurito dall'eccesso cronico di stimolazione. Inoltre, è ormai chiaro che l'abuso di caffeina può aumentare il colesterolo comunemente detto 'cattivo' presente nel sangue sotto forma di LDL. La caffeina è anche stata collegata, nelle donne, alla comparsa di cisti al seno.
Le ricerche indicano che possono essere consumati fino a 200 milligrammi al giorno di caffeina senza danni apprezzabili per la salute, ma per prudenza è consigliabile non superare i 100 milligrammi.
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Tratto da:Il cervello giovane, Dharma Singh Khalsa e Cameron Stauth