Molte persone hanno la tendenza ad ingigantire sproporzionatamente le conseguenze disastrose o i potenziali falimenti che possono essere causati da una crisi. Succede spesso di usare la nostra immaginazione contro noi stessi, trasformando un granello di sabbia in un masso di roccia, oppure non usiamo affatto la nostra immaginazione per vedere realmente cosa in effetti la situazione comporta, ma reagiamo per pura abitudine e senza pensare, come se ogni semplice opportunità o minaccia fossero questione di vita o di morte.
Se dobbiamo affrontare una reale crisi abbiamo bisogno di molta energia; questa provoca un eccesso di eccitazione la quale, nonostante tutto, può rivelarsi utile per affrontre il forte stress. Inevitabilmente un sovraccarico di adrenalina e noradrenalina sarà la diretta conseguenza. Questi due ormoni intervengono nella reazione adrenergica chiamata "attacco o fuga"; come è intuibile, tale reazione ha lo scopo di preparare l'organismo ad uno sforzo psicofisico importante in tempi brevissimi. In un prossimo articolo parleremo dettagliatamente delle catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina, ormoni secreti dallo strato midollare del surrene e da alcune terminazioni nervose). Per ora limitiamoci allo studio della condizione stressante la quale può essere causata da un nostro errato modo di pensare o affrontare determinate situazioni. A tal riguardo se sopravvalutiamo il pericolo o la difficoltà, se reagiamo in modo anomalo a delle informazioni distorte o addirittura irreali, probabilmente andiamo ad accumulare una tale quantità di eccitazione che risulta maggiore del necessario. Dal momento che la reale minaccia è di molto inferiore alle reali previsioni, tutta questa eccitazione (inevitabile sovraccarico di catecolamine) non può essere adeguatamente utilizzata, né ce ne possiamo liberare attraverso un'azione creativa. Per questa ragione essa rimane in noi, compressa, come sotto pressione. Questa dose eccessiva di eccitazione emotiva può seriamente danneggiare più che avvantaggiare il nostro modo di pensare e di conseguenza di agire, semplicemente perchè è inadeguata.
Se dobbiamo affrontare una reale crisi abbiamo bisogno di molta energia; questa provoca un eccesso di eccitazione la quale, nonostante tutto, può rivelarsi utile per affrontre il forte stress. Inevitabilmente un sovraccarico di adrenalina e noradrenalina sarà la diretta conseguenza. Questi due ormoni intervengono nella reazione adrenergica chiamata "attacco o fuga"; come è intuibile, tale reazione ha lo scopo di preparare l'organismo ad uno sforzo psicofisico importante in tempi brevissimi. In un prossimo articolo parleremo dettagliatamente delle catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina, ormoni secreti dallo strato midollare del surrene e da alcune terminazioni nervose). Per ora limitiamoci allo studio della condizione stressante la quale può essere causata da un nostro errato modo di pensare o affrontare determinate situazioni. A tal riguardo se sopravvalutiamo il pericolo o la difficoltà, se reagiamo in modo anomalo a delle informazioni distorte o addirittura irreali, probabilmente andiamo ad accumulare una tale quantità di eccitazione che risulta maggiore del necessario. Dal momento che la reale minaccia è di molto inferiore alle reali previsioni, tutta questa eccitazione (inevitabile sovraccarico di catecolamine) non può essere adeguatamente utilizzata, né ce ne possiamo liberare attraverso un'azione creativa. Per questa ragione essa rimane in noi, compressa, come sotto pressione. Questa dose eccessiva di eccitazione emotiva può seriamente danneggiare più che avvantaggiare il nostro modo di pensare e di conseguenza di agire, semplicemente perchè è inadeguata.
Come affrontare allora questa condizione? Il modo peggiore per farlo è ricorrere ai farmaci. Da un'indagine svolta nel 2008 in Italia si calcola che 1 dipendente su 15 ha addirittura fatto uso di droghe pesanti per migliorare la performance professionale. Anche se questo è un dato relativo allo stress professionale, si calcola che solo il 2% della popolazione mondiale abbia effettiva necessità di psicofarmaci; se consideriamo invece che circa un miliardo di esseri umani al mondo fa uso di sostanze farmacologiche per problematiche psichiche, capiamo che ci troviamo di fronte ad un problema molto serio.
"Qual'è la cosa peggiore che ti possa accadere?" Generalizzare pretendendo di dare risposta a questa domanda, o ad altre, non è propriamente possibile quanto meno corretto. Una cosa però è certa, ricordiamo che molte volte, se realmente lo vogliamo, possiamo convertire una crisi in una opportunità: come sempre, dipende sempre e solo da noi.