venerdì 30 luglio 2010

La condizione di stress

In questi ultimi tempi troviamo difficile capire perché il male del secolo, lo stress, riesca a condizionare in modo assoluto la nostra vita. È ormai difficile, se non impossibile, trovare individui i quali non avvertono questa condizione particolare. Ma quali sono le vere motivazioni che fanno crescere questo malessere? Perché si parla di stress positivo e stress negativo?
Da un punto di vista medico lo stress è definito come fattore o condizione di fattori fisici, chimici e psicologici che alterano l’omeostasi o il benessere di un organismo i quali producono una risposta di difesa. Vogliamo però andare oltre a questa definizione tecnica del termine. È risaputo che quando il nostro corpo incontra delle difficoltà si instaura una condizione in cui il nostro intero essere entra in crisi. Questo ci ricorda che ogni organo e ogni sistema del nostro corpo umano ha un suo grado ideale di funzionamento; troveremo quindi scambi metabolici a dei livelli ottimali, troveremo inoltre anche una temperatura corporea tale da mantenere il ciclo biologico in equilibrio. Se uno stimolo interviene a modificare questo equilibrio avremo una perturbazione la quale creerà uno stress, a sua volta i meccanismi adattativi dell’organismo cercheranno di riportare un equilibrio delle funzionalità organiche e sistemiche. I passaggi che l’organismo umano attua in relazione agli avvenimenti sono i seguenti: la prima fase è quella di percepire il segnale alla quale segue la funzione di allarme o di percezione della minaccia, qui vengono raccolte tutte le energie a disposizione per affrontare il pericolo, ne segue la fase di resistenza in cui si va a conservare l’omeostasi perturbata, in pratica a livello biologico e comportamentale si attivano i meccanismi atti alla conservazione; infine se si è soggetti ad una prolungata sollecitazione psicofisica, si ha una fase di esaurimento, ciò avviene quando l’evento stressante è stato troppo intenso o quando si è soggetti a prolungate situazioni di rischio. Quanto detto ci ricorda quindi che lo stress può assumere due differenti condizioni: il primo è chiamato stress positivo (eustress), condizione in cui il nostro organismo migliora le proprie funzionalità portandoci ad essere più attenti, aumentando così la capacità di concentrazione e di percezione, in sintesi miglioriamo, diamo il meglio di noi stessi ed abbiamo un rapido recupero delle forze dopo aver affrontato il problema con successo; quando invece la risposta è inadeguata si ha un disadattamento (distress), lo stress negativo, quello che ci fa ammalare e diventa causa di disfunzione. Si deve tenere presente che esiste una grande variabilità individuale tale da provocare una condizione di stress negativo; in questo caso non si parla di situazioni estreme come una grande tragedia, una catastrofe naturale che coinvolge interamente la nostra vita o una situazione di natura sociale, come può essere l’isolamento dai nostri simili, che ci aggrava il tipo di vita; parliamo invece del nostro atteggiarci alla vita, dal modo di pensare, dall’autostima che abbiamo per il nostro operato e per la nostra persona, dall’importanza che diamo agli avvenimenti e da tante altre variabili che possono veramente condizionare la nostra esistenza. In sintesi possiamo quindi dire che di fronte ad un avvenimento questo può sembrarci insignificante, non causando alcuna reazione da parte del nostro organismo, oppure tale da scatenare nell’organismo delle reazioni di stimolo che ci migliorano o reazioni di difesa alcune volte talmente forti da coinvolgere il sistema endocrino, il sistema nervoso vegetativo ed il sistema immunitario i quali rappresentano i tre principali sistemi nella risposta allo stress.
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