martedì 13 luglio 2010

Psicofarmaci ai bambni: perchè?

Questo articolo è tratto dal sito del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. Merita di essere letto e spunto per una riflessione attenta su ciò che può diventare la scuola del futuro!
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I bambini presi di mira
Del 29 Giugno 2010
Cinquantamila bambini in Italia assumono psicofarmaci e alcuni hanno solo 3 anni. La psichiatria c'informa che entro il 2020 la metà della popolazione mondiale sarà malata di depressione mentre in Italia è stato stimato che il 20% dei bambini soffre di un qualche disturbo di apprendimento.
Una volta i professionisti erano gli insegnanti; oggigiorno abbiamo l’equipe psico-pegadogica che munita di altisonanti "Progetti psicologici", basati sul controllo del comportamento, è entrata nella scuola, somministra test, questionari di improbabile validità scientifica, ne valuta i risultati ed infine etichetta il bambino, visto che qualsiasi difficoltà può rientrare tranquillamente in qualche "disturbo psichiatrico" come l’ADHD (Deficit dell’Attenzione e Iperattività)o la discalculia (difficoltà nel fare i calcoli), la disortografia (difficoltà nella scrittura) e altri disturbi coniati relativi a difficoltà incontrate nell’apprendere. Viene inculcata ad insegnanti ed alunni l’idea che la causa degli errori nella lettura e/o scrittura siano “disturbi mentali” , “disabilità costituzionali” dalle quali non si guarisce. I genitori non vengono mai completamente informati su cosa si farà esattamente con questi progetti, che spesso sono i più variegati, e i questionari psicologici invasivi che sollecitano la richiesta di informazioni sul bambino e sulla famiglia, spesso compilati senza il consenso dei genitori, come verranno valutati e dove andranno a finire. Spesso le etichette rimangono nella storia dell'alunno che se le porta avanti anche negli anni successivi essendo stato schedato.Molti bambini vengono poi indirizzati in centri di neuropsichiatria infantile che sono il punto d’ingresso verso trattamenti farmacologici, anziché interventi didattici e sociali. Ce ne sono 40 attivi sul territorio nazionale e sono 112 quelli accreditati. E’ stato istituito anche un registro nazionale, per monitorare la somministrazione degli psicofarmaci sul campo.
La prescrizione medica di psicofarmaci a bambini è aumentata in maniera esponenziale in tutta Europa ed è aumentata anche in Italia. A chi conviene tutto ciò? Non certo ai bambini. Ci troviamo purtroppo di fronte all’ennesima prova del tentativo di trasformare le nostre scuole da luoghi di istruzione e crescita in una sorta di laboratori per studi psicologici o psichiatrici, come è avvenuto negli Usa con catastrofiche conseguenze sia per il loro sistema di istruzione che per le famiglie.
Nessuno nega che esistano bambini con problemi di varia natura e genere; un bambino mai fermo e distratto può essere disattento o iperattivo per centinaia di motivi differenti. I comportamenti, anche problematici, sono manifestazioni di svariati problemi, non malattie. Non esistono test oggettivi per misurare lo squilibrio biochimico nel cervello (esami di laboratorio – radiografie, ecc...) che ne provano o meno la presenza, al di là del parere di chiunque , invece fanno test sui topi e ciò da il via a nuove cure per la condotta. Le opinioni dei singoli, i pareri personali non contano nulla in medicina: questo è ciò che rende la medicina una scienza.Siamo ben lontani dalle sperimentazioni didattiche, dalla ricerca di metodologie funzionali di insegnamento, dai metodi Montessori, Steiner, dalla scuola di Don Milani, dal chiedersi veramenteperché quell’alunno sta avendo difficoltà.
Gli errori e le carenze nelle prestazioni scolastiche, che fanno parte del processo di apprendimento, vengono ora stigmatizzati e considerati malattie o disturbi mentali mentre figure quali psicologi, psicopedagogisti e neuropsichiatri infantili si sostituiscono agli insegnanti e al loro ruolo.Il CCDU sta lavorando affinché sia presa in considerazione ogni possibilità per prevenire che i bambini vengano "etichettati" ingiustamente come affetti da "disturbi mentali", specie attraverso programmi di "Istruzione Speciale" o attraverso l'uso nelle scuole di test e questionari psicopatologici e che sia protetto il loro diritto inalienabile ad essere educati senza l'uso di farmaci. Questo mondo appartiene a tutti noi, ma in misura maggiore ai bambini, ai quali un giorno verrà consegnato. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.
Silvio De Fanti
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