sabato 17 luglio 2010

I consigli di William James a studenti ed insegnanti

Questo brano è tratto dal libro Psicocibernetica di Maxwell Maltz in cui vengono dati interessanti consigli sia agli insegnanti che agli studenti.
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"Quali sono gli studenti che in classe si fanno prendere dalla agitazione?", chiese il saggio. "Quelli che pensano ad un probabile fallimento e ne sentono la grande importanza". James continua: "Chi sono coloro che ripetono meglio la lezione? Spesso i più indifferenti. Spesso le loro idee si dipanano dalla loro memoria spontaneamente. Perchè sentiamo così spesso lamentare il fatto che la vita sociale nel New England è meno ricca ed espressiva o più faticosa che in altre parti del mondo? A che cosa è dovuto tutto questo, se in realtà è così, se non all'eccessiva consapevolezza delle persone, timorose di dire qualcosa di troppo sconveniente e di superficiale, o qualcosa di insincero o indegno del proprio interlocutore o qualcosa che in un modo o nell'altro non è adatto all'occasione? Come può fluire la conversazione in una tale marea di responsabilità e di inibizioni? D'altro canto, la conversazione fiorisce e la società si rinnova non scioccamente né esaurendo questo suo tendere al rinnovamento se e quando le persone dimenticano i loro scrupoli lasciando libero il loro cuore e lasciando muovere automaticamente e spontaneamente le loro lingue.

"Si parla molto oggi dei circoli pedagogici, del dovere che un insegnante ha di prepararsi in anticipo alle lezioni ed in una certa misura ciò è utile. Ma non siamo certo noi Yankees coloro a cui si deve predicare una tale generica dottrina. Siamo anche troppo prudenti. Il consiglio che dovrei dare alla maggior parte degli insegnanti lo esprimerei con le parole di uno che è egli stesso un insegnante ammirevole. Preparatevi tanto bene sull'argomento da essere sempre pronti ad esporlo, ma quando siete poi in classe fidatevi della vostra spontaneità e dimenticatevi di ogni ulteriore preoccupazione.
"Per quel che riguarda gli studenti e particolarmente le studentesse, il mio consiglio può riassumersi in qualcosa di simile. Proprio come la catena della bicicletta può essere troppo tirata, così la prudenza e la consapevolezza possono essere portate talmente all'eccesso da ostacolare la fluidità del pensiero. Prendete ad esempio i periodi in cui si susseguono esami su esami. Quel grammo di nervosismo che vi tiene su di giri durante un esame vale tanto di più di tutta l'ansia che vi assale mentre lo preparate. Se volete veramente rendere ad un esame, gettate via il libro il giorno prima e dite a voi stessi: "Non spreco un minuto di più su questo strazio. Non me ne importa un bel niente se riuscirò o meno". Ditelo però sinceramente, sentitamente ed andate a giocare e a dormire; sono sicuro che i risultati che otterrete il giorno dopo vi incoraggeranno ad usare permanentemente questo metodo".
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