giovedì 23 giugno 2011

Avete la depressione? Ecco una nuova paura

Van Gogh
depressione disperazione

La scoperta che molte persone con problemi di vita o occasionalmente di cattivo umore avrebbero volentieri assunto antidepressivi ha guidato le case farmaceutiche attraverso gli anni 2000. Sono stati investiti 4,5 miliardi di dollari di pubblicità diretta al consumatore per convincere le persone che non hanno problemi con il loro lavoro, l'economia e la loro famiglia… hanno la depressione! Che guarda caso non può essere diagnosticata da un esame del sangue.
Purtroppo, tre cose hanno prosciugato la miniera d’oro degli antidepressivi. I brevetti dei campioni di vendita sono scaduti e i farmaci generici hanno preso piede, gli antidepressivi sono stati collegati con atti di violenza raccapriccianti e imprevedibili, soprattutto nei giovani e… sono pure inefficaci, come confermano molti articoli medici!
In seguito le case farmaceutiche hanno scoperto la "depressione resistente al trattamento". Non è che i loro farmaci non funzionino o che voi non abbiate la depressione in primo luogo.. è che la "depressione è resistente al trattamento"! Il vostro primo, costoso e pericoloso farmaco deve essere associato con farmaci più costosi e pericolosi, perché in monoterapia, un farmaco da solo, non stava funzionando!
Bisogna ammirare l'audacia delle case farmaceutiche per questa strategia di vendita. Aggiungere farmaci per la vostra depressione resistente al trattamento triplica le dosi e i pazienti non sanno quale farmaco sta funzionando perciò li prendono tutti e i farmaci inefficaci passano inosservati! (Perché il problema siete voi!)
Oggi le case farmaceutiche hanno una nuova campagna per tenere a galla la barca degli antidepressivi: la depressione è "progressiva". Una volta, quando la depressione non era né stagionale, né atipica, né bipolare né resistente al trattamento, era considerata una malattia dallo sviluppo limitato. In realtà, quasi l'unica cosa buona che si potrebbe dire della depressione è che non durerà per sempre.
Ma ora, le campagne di marketing delle case farmaceutiche stanno posizionando la depressione allo stesso livello intimidatorio d’urgenza normalmente riservato ad eventi coronarici, attacchi d'asma e diradamento osseo: se non ti affretti a prendere le medicine, la tua depressione peggiorerà!
"Episodi depressivi si innescano più facilmente nel corso del tempo," recita un articolo sul sito web medico Medscape (affiancato da annunci per un noto antidepressivo). "Come aumenta il numero di episodi di depressione maggiore, il rischio di episodi successivi è previsto più dal numero di episodi precedenti che dal verificarsi di uno stress nella vita recente". L'articolo, intitolato sfacciatamente "Neurobiologia della depressione: il disturbo depressivo maggiore come malattia progressiva," è stato scritto da Vladimir Maleti? che si dà il caso abbia prestato servizio nell’Ufficio Stampa della Eli Lilly - dice la nota informativa – e i suoi co-autori sono dipendenti e/o azionisti della Lilly.
Prima della pubblicità diretta al consumatore, il sistema sanitario era attento a prevenire i trattamenti eccessivi e a rassicurare i pazienti sul fatto che probabilmente stavano bene. Chi si ricorda del "Prenda due aspirine e mi chiami domattina?" Oggi ai pazienti viene assicurato che probabilmente non stanno bene e probabilmente hanno una malattia progressiva. Per fortuna la loro malattia può essere trattata con progressive prescrizioni delle case farmaceutiche.

Op-Ed News – 5 giugno 2011
di Martha Rosenberg
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