sabato 9 aprile 2011

Il mito della modestia

Quante volte da bambini ci è stato insegnato che la modestia è una qualità che deve essere coltivata con molta attenzione e che l’essere modesti ci permetterà di essere riconosciuti come persone migliori e adatte ad avere buoni rapporti con gli altri. Non possiamo certo smentire queste giuste osservazioni ed insegnamenti, frutto di una cultura patriarcale finalizzata all’osservanza di un comportamento educato e molte volte indice di sudditanza nei confronti di coloro che rappresentano l’autorità nei suoi vari generi.
Non possiamo però escludere sfaccettature legate a questo termine, indicatori di comportamenti che non sempre giocano a nostro favore. Il Dizionario della Lingua Italiana Sabatini Coletti definisce il termine ‘modestia’ come la qualità di chi è consapevole dei propri limiti, che non mostra presunzione, che non ostenta le proprie qualità, definizione questa oseremmo dire più che corretta ed equilibrata; indica però come sinonimo il termine ‘pudore’, atteggiamento pudico e schivo e ‘ritegno’, espressione con cui ci si scusa quando si devono mettere in evidenza il proprio valore o i propri meriti. Probabilmente con questa definizione si danno delle indicazioni non perfettamente corrette in relazione alla nostra meritata autostima; vediamo il perché.
Se si parte dal presupposto che dobbiamo chiedere scusa quando mettiamo in evidenza un nostro valore o un nostro merito, allora si ipotizza che tutti sono migliori e più meritevoli di noi, cosa questa impossibile; oltre a ciò questo atteggiamento porta ad evitare di impegnarsi per ottenere dei risultati sempre migliori e competitivi, indispensabili per la nostra crescita personale, indipendentemente dal successo ed il merito che altri possono avere, buon per loro.
Se si vogliono raggiungere degli obiettivi in campo professionale, è importante imparare a tessere le proprie lodi, ben diverso dall’inutile esibizionismo o nel collocarsi su di un gradino superiore agli altri: si tratta semplicemente di farsi valere per quello che realmente si è. Ognuno di noi ha le proprie qualità e se si vuole progredire in ogni campo della vita, bisogna essere consapevoli di quali siano. Questo chiaramente non significa che bisogna occultare i propri difetti o far finta che essi non esistono, bisogna invece ricordarsi dei propri punti deboli e lavorarci sopra, altrimenti andremo ad ingannare unicamente noi stessi.
Comprendiamo allora che saper propagandare in maniera efficace e non aggressiva i risultati ottenuti è, oltre ad aumentare la nostra autostima, una capacità che può essere appresa. Non c’è niente di sbagliato nel riconoscere di fare bene il proprio lavoro o di avere un certo successo in alcune aree della vita, anche perché il successo ottenuto è quasi sempre frutto del duro lavoro, della tenacia dimostrata e della conoscenza del proprio valore messo in pratica.
Quando osserviamo le persone che predicano la modestia, probabilmente ci accorgiamo che queste appartengono a due categorie: quelle che non hanno mai ottenuto alcun risultato, oppure quelle che sono un po’ troppo preoccupate che la nostra realizzazione o successo possa intaccare la loro. Dalla falsa modestia si passa con molta facilità alla gelosia e all’invidia.
È allora essenziale essere consapevoli della propria qualità e dei propri punti di forza perché essi formano la base della stima in se stessi, e più solidamente è costruita questa base, meglio sarà in grado di reggere quando ci rivolgeranno dei rimproveri.
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