mercoledì 30 marzo 2011

Allergie e intolleranze provocano disagio sociale nei bambini

Fonte: gaianews.it

I bambini che soffrono di allergie alimentari possono essere tagliati fuori dall’attività sociale e vivere in uno stato di isolamento rispetto agli altri bambini. E’ quanto emerge dallo studio ”Food Allergy and Anaphylaxis Meeting dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology”, in corso a Venezia fino al 19 febbraio. Non andrebbero – secondo lo studio – sottovalutate le conseguenze delle allergie alimentari dal punto di vista non solo sanitario, ma psicologico e relazionale, dsotrattutto in una fase in cui i bambini iniziano a entrare in relazione con gli altri.
La ricerca è stata svolta dal Centro dedicato allo Studio e alla Cura delle Allergie e delle Intolleranze Alimentari, operativo nella Regione Veneto presso l’azienda ospedaliera dell’Università di Padova, su 107 bambini e sulle loro mamme. L’indagine ha cercato di capire l’atteggiamento verso il cibo dei bimbi allergici e anche il loro comportamento alimentare, per avere una prospettiva sull’influenza della patologia sulla loro qualita’ di vita in generale; i pazienti coinvolti sono stati suddivisi in due gruppi in base all’eta’ (zero-cinque anni e sei-undici anni) per poi sottoporre alle mamme un questionario dettagliato.
”Le risposte evidenziano che questi piccoli spesso presentano gravi difficoltà a venire a patti con la malattia, che influenza pesantemente le scelte di ogni giorno – commenta Maria Antonella Muraro, presidente del Congresso e responsabile della ricerca -. Il 17 per cento dei bambini, indipendentemente dall’età, non va mai alle festicciole per paura di venire in contatto con tracce di cibi proibiti; fra quelli che comunque vengono accompagnati alle feste o alle merende fra amici, il 24 per cento è costretto a portare da casa qualcosa da mangiare, per essere certo di non incappare in uno shock anafilattico. Questi comportamenti riflettono anche le grosse paure dei genitori dei bimbi allergici, che si sono dimostrati essere a maggiore rischio di ansia e difficoltà emotive. Tale atmosfera di continuo allarme mina la possibilità dei piccoli pazienti di crescere e vivere serenamente le normali esperienze di vita, al pari dei loro coetanei”.
Inoltre il fenomeno delle reazioni allergiche, secondo la Murano, appaiono in continuo aumento, probabilmente a causa di cambiamenti nutrizionali, di esposizioni ambientali a fattori come per esempio il fumo di sigaretta. “La mancata esposizione fin da piccolissimi a particolari fattori batterici – spiega – pare ridurre le possibilità che il nostro sistema immunitario riconosca che cosa è innocuo e cosa non lo è, scatenando una risposta anche nei confronti di proteine presenti nei cibi e generalmente tollerate dal nostro organismo”.
Preoccupa soprattutto l’enorme aumento delle allergie nei bambini in più tenera età. Infatti, la fascia più colpita è quella da zero a 5 anni, con ben 1,2 milioni di allergie riscontrate. Poi un “solo” milione sono gli allergici fra 5 e 10 anni e altri 800 mila quelli fra 10 e 18 anni. Negli ultimi dieci anni il numero dei bambini allergici è raddoppiato, mentre i ricoveri per shock anafilattico nella fascia fra 0 e 14 anni sono aumentati di sette volte e le visite ambulatoriali pediatriche per allergie alimentari sono triplicate. In Italia l’allergia piu’ frequente nei piccoli e’ quella al latte vaccino: non lo tollerano oltre 100mila bimbi fra zero e cinque anni, costretti a ricorrere a latti speciali molto costosi.
E poi c’è il problema delle intolleranze alimentari, con 80 mila bambini con meno di 5 anni che in Italia non tollerano le uova, 50 mila non possono mangiare noci, nocciole e arachidi, 40 mila altri alimenti fra cui frutta, verdura e crostacei, ha dichiarato la dott.ssa Murano.
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