Fonte: Scienzaeconoscenza.it
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L'articolo è tratto da Scienza e Conoscenza n. 31.
di Davide Fiscaletti
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Nella società attuale viene spesso tirato in ballo, anche da politici e guru dell’economia, il concetto di salto quantistico. “Oggi l’economia sa che deve passare attraverso un'utopia spirituale, un salto quantistico che porti alla realizzazione di un nuovo concetto di valore”, “L'Europa ha bisogno di un salto quantico in avanti in tutti gli aspetti che sono, al momento, in discussione” o frasi analoghe si sentono e si leggono in televisione, su internet e nei giornali. Ma qual è il vero significato di questa espressione?
In questa breve nota, senza pretendere di fornire una trattazione completa, intendiamo sottolineare alcuni aspetti e aneddoti significativi sul salto quantistico.
Con la nascita e lo sviluppo della fisica dei quanti, il concetto di salto quantistico fu introdotto per indicare il passaggio tra diversi stati di eccitazione, o meglio tra diversi stati dell’onda di probabilità, degli elettroni all’interno degli atomi, che avviene contemporaneamente all’emissione di luce. Questi salti di energia possono essere calcolati in modo molto preciso utilizzando l’equazione di Schrödinger e si possono verificare sperimentalmente misurando esattamente la luce emessa da un certo tipo di atomo. Il salto quantistico è un fenomeno del tutto spontaneo nel senso che avviene con una probabilità oggettiva e non è spiegabile con altre cause. Va quindi sottolineato che, contrariamente all’uso che spesso si fa di questa espressione nel linguaggio quotidiano, un salto quantistico non è qualcosa di grandioso, che porta a una nuova qualità o a qualcosa di molto interessante o nuovo, ma anzi è qualcosa di piccolissimo che avviene in modo del tutto spontaneo e non può essere influenzato da alcunché.
Il salto quantistico della fisica diventa il salto quantico della coscienza
A partire dalla seconda metà degli anni ’70 l’espressione salto quantistico cominciò ad essere usata per indicare anche uno shift o spostamento nella consapevolezza. Come suggerisce il Dr. Quantum Fred Alan Wolf nel suo famoso libro Taking the quantum leap, per comprendere il concetto di salto quantistico come salto di consapevolezza può essere utile prendere in considerazione il principio di complementarità della fisica dei quanti. Secondo questo principio, introdotto da Bohr nel 1927, due grandezze fisiche sono complementari se si escludono reciprocamente, nel senso che non è possibile conoscere con precisione entrambe. Questo è, per esempio, il caso della posizione e del momento di una particella o, nell’esperimento della doppia fenditura, della traiettoria e della figura d’interferenza. La complementarità comporta, in sostanza, che ciò che scegli di osservare influenza quello che puoi osservare. Da questo deriva, allora, che la consapevolezza ha la potenzialità di modificare una probabilità più certa in una probabilità meno certa. È, proprio questa considerazione che sta alla base dell’idea del salto quantico inteso come spostamento nella consapevolezza: infatti, in una tale situazione un osservatore può perdere un certo tipo di conoscenza ma guadagnarne un’altra, di tipo diverso. Quando questo accade, l'osservatore ha mutato la propria forma di conoscenza. La conoscenza pertanto rappresenta uno specifico risultato di uno spostamento nella consapevolezza ed è soggetta a dei cambiamenti. Potremmo avere conoscenza di un oggetto e nel tentativo di saperne di più su quello stesso oggetto potremmo perdere parte della nostra conoscenza iniziale.
Le ricerche
Per quanto riguarda l’idea del salto quantistico come salto di consapevolezza si può anche pensare che esista una stretta connessione della mente con un livello profondo, fondamentale che sottende la realtà esperita. Esistono svariate ricerche in questo senso: si pensi per esempio all’Ordine Implicito di Bohm o, più recentemente, al Campo Akashiko di Laszlo, alla Matrix Divina di Braden, al Campo del Punto Zero di Lynn McTaggart, allo spazio fisico atemporale dell’autore di questo breve articolo (insieme a Sorli), e all’Informazione Implicita di Anna Bacchia e dell’Associazione Vocal Sound. Tutte queste ricerche comportano che esiste un campo fondamentale, che connette tutta la creazione, che sta alla base di tutta la realtà e che la determina. È lecito quindi affermare che il salto quantistico di consapevolezza rappresenti, di fatto, un allineamento con questo campo fondamentale. L’informazione che deriva dal campo, dal livello fondamentale della realtà dirige il disegno delle nostre vite mentre noi siamo liberi di scegliere e, mediante un salto quantistico di consapevolezza, esiste per ciascuno di noi la possibilità di essere raggiunti da questa informazione.
Salto-allineamento
A questo proposito, l’Associazione Vocal Sound ha anche introdotto un nuovo termine, ÌNIN, per indicare il processo attraverso cui l’informazione implicita si allinea con l’antenna intuitiva umana. Questo processo, in particolare, può essere riconosciuto come un allineamento con le frequenze del campo vibrazionale in cui siamo immersi, e che costituisce l’origine e la vera natura della realtà. In base all’approccio cognitivo sviluppato dall’Associazione Vocal Sound, l'uomo può riconoscere che è sempre in sintonia con questa natura profonda della realtà, dove esiste un allineamento con diversi livelli di frequenza che esprimono differenti livelli dell'esistenza: da quelli di natura più concreta, a quelli più sottili ed espansi. È importante sottolineare, che le informazioni implicite, che raggiungono la nostra antenna intuitiva in un salto quantistico di consapevolezza, non emergono solo dal campo sensoriale ed esplicito, ma in ogni nostra interrelazione quotidiana creante forme a tutti i livelli: forme parola, forme gesto, forme movimento, forme decisioni… Ogni forma visibile ci parla oltre la forma esplicita: ogni spazio architettonico, ogni volto, ogni sito web, ogni albero, ogni entità dell’universo con cui interagiamo o ci inter-relazioniamo ci parla oltre la sua forma. Ogni forma visibile esplicita e l’ambiente intero che ci circonda possono costituire un luogo unico, un ponte, un segno, un preludio che dischiude la sinfonia, un gate, una porta che ci mette in contatto con la dimensione implicita che emana costantemente informazioni. Attraverso questo processo di connessione con l’informazione implicita la coscienza può essere espansa e l’intero campo del concepire e del comprendere può essere totalmente rinnovato rispetto alle modalità della conoscenza ordinaria. Con l’esperienza ÌNIN, l’antenna umana ricevente è capace di essere orientata e la consapevolezza può espandersi dal conosciuto al conoscibile, dal percepito al percepibile, dall’invisibile che diventa visibile. L’esperienza ÌNIN introdotta dall’Associazione Vocal Sound può quindi essere considerata uno sviluppo rilevante e suggestivo dell’idea del salto quantistico come salto di consapevolezza.
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Nella società attuale viene spesso tirato in ballo, anche da politici e guru dell’economia, il concetto di salto quantistico. “Oggi l’economia sa che deve passare attraverso un'utopia spirituale, un salto quantistico che porti alla realizzazione di un nuovo concetto di valore”, “L'Europa ha bisogno di un salto quantico in avanti in tutti gli aspetti che sono, al momento, in discussione” o frasi analoghe si sentono e si leggono in televisione, su internet e nei giornali. Ma qual è il vero significato di questa espressione?
In questa breve nota, senza pretendere di fornire una trattazione completa, intendiamo sottolineare alcuni aspetti e aneddoti significativi sul salto quantistico.
Con la nascita e lo sviluppo della fisica dei quanti, il concetto di salto quantistico fu introdotto per indicare il passaggio tra diversi stati di eccitazione, o meglio tra diversi stati dell’onda di probabilità, degli elettroni all’interno degli atomi, che avviene contemporaneamente all’emissione di luce. Questi salti di energia possono essere calcolati in modo molto preciso utilizzando l’equazione di Schrödinger e si possono verificare sperimentalmente misurando esattamente la luce emessa da un certo tipo di atomo. Il salto quantistico è un fenomeno del tutto spontaneo nel senso che avviene con una probabilità oggettiva e non è spiegabile con altre cause. Va quindi sottolineato che, contrariamente all’uso che spesso si fa di questa espressione nel linguaggio quotidiano, un salto quantistico non è qualcosa di grandioso, che porta a una nuova qualità o a qualcosa di molto interessante o nuovo, ma anzi è qualcosa di piccolissimo che avviene in modo del tutto spontaneo e non può essere influenzato da alcunché.
Il salto quantistico della fisica diventa il salto quantico della coscienza
A partire dalla seconda metà degli anni ’70 l’espressione salto quantistico cominciò ad essere usata per indicare anche uno shift o spostamento nella consapevolezza. Come suggerisce il Dr. Quantum Fred Alan Wolf nel suo famoso libro Taking the quantum leap, per comprendere il concetto di salto quantistico come salto di consapevolezza può essere utile prendere in considerazione il principio di complementarità della fisica dei quanti. Secondo questo principio, introdotto da Bohr nel 1927, due grandezze fisiche sono complementari se si escludono reciprocamente, nel senso che non è possibile conoscere con precisione entrambe. Questo è, per esempio, il caso della posizione e del momento di una particella o, nell’esperimento della doppia fenditura, della traiettoria e della figura d’interferenza. La complementarità comporta, in sostanza, che ciò che scegli di osservare influenza quello che puoi osservare. Da questo deriva, allora, che la consapevolezza ha la potenzialità di modificare una probabilità più certa in una probabilità meno certa. È, proprio questa considerazione che sta alla base dell’idea del salto quantico inteso come spostamento nella consapevolezza: infatti, in una tale situazione un osservatore può perdere un certo tipo di conoscenza ma guadagnarne un’altra, di tipo diverso. Quando questo accade, l'osservatore ha mutato la propria forma di conoscenza. La conoscenza pertanto rappresenta uno specifico risultato di uno spostamento nella consapevolezza ed è soggetta a dei cambiamenti. Potremmo avere conoscenza di un oggetto e nel tentativo di saperne di più su quello stesso oggetto potremmo perdere parte della nostra conoscenza iniziale.
Le ricerche
Per quanto riguarda l’idea del salto quantistico come salto di consapevolezza si può anche pensare che esista una stretta connessione della mente con un livello profondo, fondamentale che sottende la realtà esperita. Esistono svariate ricerche in questo senso: si pensi per esempio all’Ordine Implicito di Bohm o, più recentemente, al Campo Akashiko di Laszlo, alla Matrix Divina di Braden, al Campo del Punto Zero di Lynn McTaggart, allo spazio fisico atemporale dell’autore di questo breve articolo (insieme a Sorli), e all’Informazione Implicita di Anna Bacchia e dell’Associazione Vocal Sound. Tutte queste ricerche comportano che esiste un campo fondamentale, che connette tutta la creazione, che sta alla base di tutta la realtà e che la determina. È lecito quindi affermare che il salto quantistico di consapevolezza rappresenti, di fatto, un allineamento con questo campo fondamentale. L’informazione che deriva dal campo, dal livello fondamentale della realtà dirige il disegno delle nostre vite mentre noi siamo liberi di scegliere e, mediante un salto quantistico di consapevolezza, esiste per ciascuno di noi la possibilità di essere raggiunti da questa informazione.
Salto-allineamento
A questo proposito, l’Associazione Vocal Sound ha anche introdotto un nuovo termine, ÌNIN, per indicare il processo attraverso cui l’informazione implicita si allinea con l’antenna intuitiva umana. Questo processo, in particolare, può essere riconosciuto come un allineamento con le frequenze del campo vibrazionale in cui siamo immersi, e che costituisce l’origine e la vera natura della realtà. In base all’approccio cognitivo sviluppato dall’Associazione Vocal Sound, l'uomo può riconoscere che è sempre in sintonia con questa natura profonda della realtà, dove esiste un allineamento con diversi livelli di frequenza che esprimono differenti livelli dell'esistenza: da quelli di natura più concreta, a quelli più sottili ed espansi. È importante sottolineare, che le informazioni implicite, che raggiungono la nostra antenna intuitiva in un salto quantistico di consapevolezza, non emergono solo dal campo sensoriale ed esplicito, ma in ogni nostra interrelazione quotidiana creante forme a tutti i livelli: forme parola, forme gesto, forme movimento, forme decisioni… Ogni forma visibile ci parla oltre la forma esplicita: ogni spazio architettonico, ogni volto, ogni sito web, ogni albero, ogni entità dell’universo con cui interagiamo o ci inter-relazioniamo ci parla oltre la sua forma. Ogni forma visibile esplicita e l’ambiente intero che ci circonda possono costituire un luogo unico, un ponte, un segno, un preludio che dischiude la sinfonia, un gate, una porta che ci mette in contatto con la dimensione implicita che emana costantemente informazioni. Attraverso questo processo di connessione con l’informazione implicita la coscienza può essere espansa e l’intero campo del concepire e del comprendere può essere totalmente rinnovato rispetto alle modalità della conoscenza ordinaria. Con l’esperienza ÌNIN, l’antenna umana ricevente è capace di essere orientata e la consapevolezza può espandersi dal conosciuto al conoscibile, dal percepito al percepibile, dall’invisibile che diventa visibile. L’esperienza ÌNIN introdotta dall’Associazione Vocal Sound può quindi essere considerata uno sviluppo rilevante e suggestivo dell’idea del salto quantistico come salto di consapevolezza.