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Psichiatria nel Nazionalsocialismo – Commemorazione e responsabilità
Richiesta di perdono a tutte le vittime e ai loro familiari
Estratto del discorso del prof. Dr Frank Schneider, presidente dell’associazione psichiatrica tedesca (DGPPN) al congresso dell’associazione, tenuto il 26 novembre 2010 a Berlino.
Signore e signori,
nel periodo del nazionalsocialismo gli psichiatri hanno condannato persone, hanno tradito i pazienti che avevano riposto in loro fiducia, e hanno loro mentito, hanno fatto ostracismo nei confronti dei parenti, hanno permesso che i pazienti fossero forzatamente sterilizzati e uccisi, e hanno allo stesso modo essi stessi personalmente ucciso. Un’ingiustificabile ricerca venne fatta sui pazienti, una ricerca che li danneggiò e addirittura li uccise.
Proviamo vergogna anche perché noi, l’Associazione psichiatrica tedesca, non siamo stati dalla parte delle nostre vittime nemmeno negli anni che seguirono il 1945. E ancor peggio: abbiamo avuto la nostra parte nelle ulteriori e nuove ingiustizie e discriminazioni. Ancora non sappiamo spiegare perché un’ammissione come questa sia possibile solo ora.
Ma non è tutto: indipendentemente dai risultati della ricerca, che ci saranno veramente noti solo nei prossimi anni, io devo – per quanto in ritardo – chiedere perdono a tutte le vittime e ai loro familiari per le ingiustizie e la sofferenza subite, che sono state loro inflitte dalle Associazioni psichiatriche tedesche e dai loro membri.
Nel luglio 1933, solo poco dopo l’ascesa di Hitler, fu passata la Legge sulla prevenzione della prole malata di malattie ereditarie. Lo psichiatra Ernst Rudin, presidente dell’Associazione psichiatrica dal 1935 al 1945, e poi direttore dell’Istituto Tedesco di Ricerca, fu il coautore del commento ufficiale di questa legge.
Tutti i medici furono obbligati a riportare questi cosiddetti “malati ereditari” alle autorità. Sulla base di questa legge più di 350.000 persone furono selezionate dai medici e forzatamente sterilizzate. Più di 6.000 persone morirono durante questi interventi. Nella sua veste di presidente dell’allora associazione psichiatrica, Ernst Rudin nei suoi discorsi d’inaugurazione del nostro congresso ha più volte parlato in favore di queste sterilizzazioni.
Ma non ci furono solo sterilizzazioni forzate: ci furono anche assassinii… fu uno psichiatra, Alfred Erich Hoche, nel suo libro del 1920 sull’approvazione dello sterminio della “vita indegna di vivere”, insieme al giurista Karl Binding, a coniare il termine “esistenza zavorra” e fu ancora lui che preparò un catalogo delle presunte malattie mentali incurabili, che chiamò “condizioni di morte mentale”. Nel 1930 questo diventò nel mensile nazionalsocialista la richiesta: “Morte alla vita indegna di vivere!”.
Nel settembre del 1939 Hitler ordinava la cosiddetta eutanasia, e incaricò di questo progetto Werner Heyde - ordinario di psichiatria e neurologia a Wurzburg. Almeno 250 - 300 mila persone mentalmente e fisicamente malate furono vittime di questa azione e delle seguenti fasi di uccisione dei malati, che si protrassero per qualche settimana oltre la fine della guerra. Tra i cinquanta esperti che ogni settimana ricevevano rapporti dalla clinica e decidevano sulla vita o morte, ve ne erano tre che sono divenuti presidenti della nostra associazione dopo la guerra, due dei quali ne sono poi diventati membri onorari. Sebbene il titolo di membro onorario decada solo alla morte, noi oggi condanniamo queste onorificenze e le cancelliamo formalmente.
Con pulmini grigi, il simbolo dello sterminio, i pazienti venivano prelevati dai centri mentali e di cura e portati alle 6 istituzioni psichiatriche, in cui erano state costruite le camere a gas. Le istituzioni mentali divennero istituzioni di sterminio. La cura divenne lo sterminio e gli psichiatri supervedevano il trasporto e l’uccisione dei pazienti che riponevano in loro la propria fiducia.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani giornalmente si sta adoperando affinché i diritti umani e la dignità, siano restituiti a tutti gli individui, investigando e denunciando le violazioni psichiatriche dei diritti umani.
Chiunque ritiene di aver subito danni causati da trattamenti psichiatrici può mettersi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
Richiesta di perdono a tutte le vittime e ai loro familiari
Estratto del discorso del prof. Dr Frank Schneider, presidente dell’associazione psichiatrica tedesca (DGPPN) al congresso dell’associazione, tenuto il 26 novembre 2010 a Berlino.
Signore e signori,
nel periodo del nazionalsocialismo gli psichiatri hanno condannato persone, hanno tradito i pazienti che avevano riposto in loro fiducia, e hanno loro mentito, hanno fatto ostracismo nei confronti dei parenti, hanno permesso che i pazienti fossero forzatamente sterilizzati e uccisi, e hanno allo stesso modo essi stessi personalmente ucciso. Un’ingiustificabile ricerca venne fatta sui pazienti, una ricerca che li danneggiò e addirittura li uccise.
Proviamo vergogna anche perché noi, l’Associazione psichiatrica tedesca, non siamo stati dalla parte delle nostre vittime nemmeno negli anni che seguirono il 1945. E ancor peggio: abbiamo avuto la nostra parte nelle ulteriori e nuove ingiustizie e discriminazioni. Ancora non sappiamo spiegare perché un’ammissione come questa sia possibile solo ora.
Ma non è tutto: indipendentemente dai risultati della ricerca, che ci saranno veramente noti solo nei prossimi anni, io devo – per quanto in ritardo – chiedere perdono a tutte le vittime e ai loro familiari per le ingiustizie e la sofferenza subite, che sono state loro inflitte dalle Associazioni psichiatriche tedesche e dai loro membri.
Nel luglio 1933, solo poco dopo l’ascesa di Hitler, fu passata la Legge sulla prevenzione della prole malata di malattie ereditarie. Lo psichiatra Ernst Rudin, presidente dell’Associazione psichiatrica dal 1935 al 1945, e poi direttore dell’Istituto Tedesco di Ricerca, fu il coautore del commento ufficiale di questa legge.
Tutti i medici furono obbligati a riportare questi cosiddetti “malati ereditari” alle autorità. Sulla base di questa legge più di 350.000 persone furono selezionate dai medici e forzatamente sterilizzate. Più di 6.000 persone morirono durante questi interventi. Nella sua veste di presidente dell’allora associazione psichiatrica, Ernst Rudin nei suoi discorsi d’inaugurazione del nostro congresso ha più volte parlato in favore di queste sterilizzazioni.
Ma non ci furono solo sterilizzazioni forzate: ci furono anche assassinii… fu uno psichiatra, Alfred Erich Hoche, nel suo libro del 1920 sull’approvazione dello sterminio della “vita indegna di vivere”, insieme al giurista Karl Binding, a coniare il termine “esistenza zavorra” e fu ancora lui che preparò un catalogo delle presunte malattie mentali incurabili, che chiamò “condizioni di morte mentale”. Nel 1930 questo diventò nel mensile nazionalsocialista la richiesta: “Morte alla vita indegna di vivere!”.
Nel settembre del 1939 Hitler ordinava la cosiddetta eutanasia, e incaricò di questo progetto Werner Heyde - ordinario di psichiatria e neurologia a Wurzburg. Almeno 250 - 300 mila persone mentalmente e fisicamente malate furono vittime di questa azione e delle seguenti fasi di uccisione dei malati, che si protrassero per qualche settimana oltre la fine della guerra. Tra i cinquanta esperti che ogni settimana ricevevano rapporti dalla clinica e decidevano sulla vita o morte, ve ne erano tre che sono divenuti presidenti della nostra associazione dopo la guerra, due dei quali ne sono poi diventati membri onorari. Sebbene il titolo di membro onorario decada solo alla morte, noi oggi condanniamo queste onorificenze e le cancelliamo formalmente.
Con pulmini grigi, il simbolo dello sterminio, i pazienti venivano prelevati dai centri mentali e di cura e portati alle 6 istituzioni psichiatriche, in cui erano state costruite le camere a gas. Le istituzioni mentali divennero istituzioni di sterminio. La cura divenne lo sterminio e gli psichiatri supervedevano il trasporto e l’uccisione dei pazienti che riponevano in loro la propria fiducia.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani giornalmente si sta adoperando affinché i diritti umani e la dignità, siano restituiti a tutti gli individui, investigando e denunciando le violazioni psichiatriche dei diritti umani.
Chiunque ritiene di aver subito danni causati da trattamenti psichiatrici può mettersi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani