giovedì 13 gennaio 2011

Il potere dei Valori

Nel suo libro Come ottenere il meglio da sé e dagli altri, Anthony Robbins riporta una frase molto conosciuta citata dal conosciutissimo Martin Luther King che dice: "Se l'uomo non ha scoperto qualcosa per cui è disposto a morire, non è degno di vivere". E' sicuramente una affermazione particolarmente forte e che ci porta a riflettere profondamente sulle nostre credenze ma soprattutto sui nostri valori.
Lo stesso autore in questo libro ricorda che ogni sistema complesso, sia esso un macchinario, un computre o un essere umano, deve sempre essere coerente, cioè le sue parti devono poter funzionare insieme, ogni azione che questo sistema compie deve essere di sostegno ad ogni altra azione se si vuole che il sistema operi al meglio; se le parti di una macchina tendono alla divergenza, il sistema perderà sincronia tendendo di conseguenza a rompersi. Quando detto è valido anche per gli esseri umani: si può imparare a produrre i comportamenti più efficaci, ma se questi non sorreggono i nostri bisogni ed i nostri desideri più profondi, se essi sono in contresto con altre cose per noi importanti, saremo alle prese con un conflitto interiore, mancheremo della coerenza necessaria per ottenere un successo su ampia scala. Se una persona ottiene una cosa, ma se poi in realtà ne desidera un'altra, non sarà del tutto felice o soddisfatta. Un esempio ci è dato da persone che raggiungono il successo nello spettacolo o nel mondo della finanza divenendo veramente molto ricche, ma sono in realtà, nel loro profondo, delle persone sostanzialmente molto infelici. Se qualcuno raggiunge un obiettivo, ma nel farlo viene meno alle proprie convinzioni circa ciò che è bene e ciò che è male, la conseguenza non potrà che essere un profondo turbamento interiore.
Per cambiare, crescere e stare bene interiormente, è necessario assumere piena consapevolezza delle regole che facciamo nostre in relazione a noi stessi ed in quelli altrui ed ancora in base alle quali misuriamo o giudichiamo il vero 'successo' o il più spietato 'fallimento'. In relazione a ciò, quindi, potremmo anche avere tutto ciò che ci identifica come persone di successo, ma sentirci infelici, poveri e non meritevoli dei risultati ottenuti. Tutto ciò ci conduce a quell'elemento decisivo per la nostra felicità che si chiama 'valori'.
Cosa sono allora i valori? Si tratta semplicemente delle nostre convinzioni personali, private, individuali, relative a ciò che è per noi estremamente importante nella vita. I nostri valori sono quelle cose verso le quali in sostanza tutti sentiamo il bisogno di tendere, ma se non lo facciamo non ci sentiamo bene, non ci sentiamo soddisfatti. Il sentimento di congruenza, cioè di pienezza e unità personale, proviene dalla convinzione che il nostro attuale comportamento o scelte intraprese per il raggiungimento di un obiettivo, corrispondono pienamente ai nostri valori.
Da dove provengono questi indicatori, così potenti da segnare profondamente il comportamento di un essere umano, capaci di definire ciò che è bene e ciò che è male, giusto o sbagliato?
Dal momento che i valori sono credenze specifiche dotate di una forte carica emozionale e tra loro interconnesse, non possono provenire che dalle credenze: l'ambiene in cui si vive influisce su di noi sin dal primo giorno di vita. Sia il padre che la madre svolgono il ruolo più importante della programmazione di gran parte dei nostri valori originali. I genitori hanno dato espressione ai propri valori, dicendoci ciò che volevano o non volevano che noi facessimo e credessimo. Se accettavamo i loro valori, eravamo ricompensati, venivamo riconosciuti come figli buoni, se li respingevamo invece ci mettevamo nei pasticci, eravamo cattivi bambini, infine se ci si ostinava a respingere i valori del padre o della madre, si subiva una punizione. In effetti, gran parte dei nostri valori, sono il frutto di una programmazione, effettuata con il ricorso della tecnica di punizione-ricompensa. Con il passare degli anni, il gruppo di coetanei è diventato un'altra fonte di valori; i ragazzi che si sono incontrati avevano probabilmente valori differenti dai nostri, ciò ha dato vita ad attuare una miscellanea in cui valori degli altri sono divenuti nostri, e viceversa (aspetto questo tipico dell'età giovanile). Durante tutta la nostra vita avvengono questi fenomeni in cui emuliamo qualcuno o siamo noi ad essere emulati, prendendoci come esempio.
Deduciamo quindi che i valori costituiscono il più potente strumento di motivazione di cui siamo in possesso. Se vogliamo mutare una cattiva abitudine, possiamo farlo molto rapidamente a patto che colleghiamo con altri valori la solidità del cambiamento. Proprio per il fatto che i valori hanno un'importanza così elevata, essi comportano un'incredibile carica emozionale. Non c'è maniera più sicura di unire insieme delle persone di quella di fare appello ai loro supremi valori. Non c'è maniera più traumatica di allontanare tra loro le persone di promuovere comportamenti tali da mettere in conflitto i supremi valori. La comunanza di valori costituisce la base fondamentale dei rapporti personali. Se due persone hanno valori corrispondenti, il loro rapporto può effettivamente durare per sempre, se i loro valori diventano differenti, ci sono scarse probabilità che il loro rapporto duri nel tempo.
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