mercoledì 24 novembre 2010

Il Perdono: un atto egoistico?

Il dr. Roy Martina analizza con molta chiarezza e sobrietà il concetto di perdono nel suo libro Equilibrio Emozionale, riservando un capitolo a questa azione così importante per ogni essere umano. Egli considera il perdono come l'ultimo ostacolo sulla via della libertà.
In effetti perdonare non è così facile come si può immaginare. Chi di noi non ha dovuto, nella propria vita, perdonare. In alcuni casi è stato facile, quasi automatico, forse perchè il danno o l'offesa subita era talmente piccola da poterci passare sopra, quasi ridendo dell'accaduto. Ma non è sempre così semplice. Proviamo ad immaginare situazioni in cui soggetti che hanno subito violenza fisica, sessuale, emotiva, si trovano di fronte a questa scelta: perdonare o mantenere questo sentimento ricco d'odio?
Se analizziamo nella sua totalità le argomentazioni presentate dal dr. Martina traspare un concetto di fondo: non perdoniamo perchè siamo dei buoni, perchè ci dicono che dobbiamo farlo, perchè è giusto fare così, o altro ancora; perdoniamo perchè in questo modo facciamo del bene a noi stessi, perchè ci liberiamo di pesi o di una carica di energia talmente negativa e lacerante per la nostra mente e per il nostro fisico che altrimenti il sentimento dell'odio e del rancora potrebbero distruggerci. Perdoniamo per un atto egoistico? Potrebbe essere un'idea veramente interessante e produttiva, soprattutto per noi e poi, in ultima analisi, per altri motivi indipendenti dalla nostra persona, comunque apprezzabili e sicuramente nobili.
Ma vediamo ora di seguire un filo logico affinchè il perdono sia veramente produttivo, ovviamente per noi!
Innanzi tutto per poter progredire e diventare artefici della nostra stessa vita, occorre che ci liberiamo del passato che spesso ci tiene legati a forti sentimenti di inadeguatezza e sensi di colpa. Oltre a perdonare tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno contribuito a farci del male, non dimentichiamo di perdonare anche noi stessi. Il dr. Martina sostiene che l'incapacità o la non intenzione a perdonare è il più spietato killer silenzioso del mondo civilizzato occidentale. Può provocare cardiopatie, cancro ed indebolimento del sistema immunitario; non per nulla queste tre condizioni cliniche sono le principali cause di morte prematura nella nostra società.
Un altro fattore che potrebbe essere la ragione del nostro perdono sono i nostri genitori. Dalle condizioni più banali a veri e propri fatti gravissimi quali abusi, riuscire a perdonare un genitore potrebbe comportare la necessità di fare uno sforzo veramente grande. Nella maggior parte dei casi i nostri genitori sono stati determinanti nel nostro processo di crescita ed ora è giunto il momento di riprendere il controllo e di creare l'immagine di noi stessi che corrisponde a quello che vogliamo essere veramente. Molti genitori colpivano o colpiscono i figli con i loro problemi o del fatto di non essere a loro completa disposizione, dopo tutto quello che hanno fatto per loro per tutta la vita. Questa è una semplice teoria che non deve essere accettata, né essere causa di sensi di colpa o di vergogna. In questo caso il perdono potrebbe essere più difficile o complicato, ma comunque necessario.
Per riuscire a perdonare è importante essere completamente onesti con sè stessi. I pensieri sono le emozioni tradotte in incentivi ad agire. I pensieri portano all'azione, alle scelte ed alle decisioni. Onestà emozionale significa assumersi la propria responsabilità senza nascondersi dietro a delle scuse o alla negazione. Come dice il dr. Martina, non possiamo perdonare se non abbiamo affrontato gli avvenimenti in ogni loro aspetto. Se non riusciamo ad ammettere i nostri sentimenti, non potremo neppure perdonare. Dobbiamo renderci conto della profondità delle nostre ferite e dobbiamo capire che soltanto se siamo capaci di un amore impersonale possiamo guarire noi stessi, soprattutto quando alcuni aspetti del panorama complesso non hanno alcun senso. Dobbiamo capire che non perdonando feriamo soltanto noi stessi e compromettiamo il nostro intero essere, quindi odio, risentimento, amarezza, senso di colpa e vergogna, sono le emozioni più distruttive alle quali si possa rimanere attaccati.
In ultimo possiamo aggiungere che il perdono è una decisione e non richiede una procedura: dovrebbe essere immediato e sgorgare dal cuore nel momento in cui riusciamo a comprendere che è necessario per il nostro benessere.
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