martedì 26 ottobre 2010

Falsità dello studio che collega A.D.H.D. a depressione/suicidio

Fonte: Disinformazione.it
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A cura del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus
Un rapido sguardo alla studio che afferma che l'"ADHD nei bambini è collegato alla depressione e a un maggiore rischio di suicidio" ha rivelato i suoi ovvi e lampanti difetti, e siamo costretti a chiederci perché i siti medici quali WebMD o Medical News Today non fossero in grado di vedere ciò che ci è bastato poco a scoprire: cosa è stato omesso da questo "studio". Lo studio, pubblicato nell’Archives of General Psychiatry, sostiene che "i bambini che vengono diagnosticati con ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) hanno una maggiore probabilità di sviluppare la depressione e/o il tentativo di suicidio durante la loro adolescenza, o dai 5 ai 13 anni dopo la diagnosi ...".
Perché nessuno dei siti Web medici o della stampa si sia chiesto quali farmaci i bambini di questo studio stessero già prendendo e quale effetto questi possano avere sullo sviluppo di depressione o di suicidio? Lasciamo la risposta al lettore. Ma questo è il fatto: la FDA ha documentato che i farmaci stimolanti come Ritalin, Concerta, Adderal, ecc., tipicamente prescritti ai bambini diagnosticati con ADHD, hanno vari effetti collaterali tra cui allucinazioni, pensiero delirante, mania, psicosi, aggressione, violenza, ostilità, tossicodipendenza e suicidio e depressione.
Lo studio stesso rivela che i bambini diagnosticati con ADHD e che sono stati oggetto di questo “studio” erano di Pittsburgh e Chicago, aggiungendo che il 100% dei bambini di Chicago e il 42% di quelli di Pittsburgh provenivano da cliniche psichiatriche. Ciò significa che con altissima probabilità questi bambini stavano già assumendo psicofarmaci o come minimo che ne abbiano assunti a un certo momento per trattare la loro diagnosi di ADHD.
Inoltre, riguardo a quei bambini con "ADHD" che nello studio i ricercatori sostengono abbiano "sviluppato depressione," non solo dovremmo sapere se fossero già in cura con farmaci stimolanti che provocano questi effetti collaterali ma, se sono stati successivamente prescritti loro antidepressivi per "curare" la depressione, considerando che negli USA recano dei riquadri in neretto (come sulle scatole di sigarette in Italia) perché comportano il rischio di suicidio. Stupisce constatare come nessuno di quelli che pubblicano e promuovono il contenuto di questo studio si sia dato il disturbo di porsi queste semplici domande prima di accettarlo come oro colato, a maggior ragione considerando come questi dati possano influenzare il pubblico in generale verso scelte che andranno poi a incidere sulla loro vita o quella dei loro figli.
Giova anche ricordare un’altra storia non detta: gli autori di questo studio, il Dr. Andrea Chronis-Tuscano e il Dr. William E. Pelham hanno ricevuto non solo i fondi per questo studio, ma persino gli onorari per questa ‘ricerca’, da Eli Lilly, Janssen Pharmaceuticals e McNeil - tre aziende produttrici di farmaci per A.D.H.D.
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