sabato 25 settembre 2010

Trasmissione intermodale delle informazioni

Le informazioni possono essere condivise tra il sistema visivo, somatosensitivo, motorio e verbale. Se ci viene sottoposto un qualunque oggetto che non abbiamo mai visto prima, possiamo identificarlo con facilità tra parecchi differenti oggetti nell’oscurità. In pratica, quando vediamo un oggetto abbiamo una buona idea della percezione che produrrà al tatto e viceversa quando lo tocchiamo abbiamo una buona idea dell’aspetto che questo avrà alla nostra vista. In conclusione, possiamo descrivere la sua forma dopo che abbiamo potuto vederlo e toccarlo.
La capacità di riconoscere gli oggetti nuovi utilizzando un sistema sensoriale diverso da quello che lo ha percepito precedentemente è detta trasmissione intermodale delle informazioni. La maggior parte degli animali, comunque, è incapace di tale trasmissione. Ne è un esempio il comportamento delle scimmie: esse sono provviste di un sistema visivo e somatosensitivo molto simile a quello dell’uomo; questi animali possono essere addestrati facilmente ad allungare la mano per afferrare un oggetto che possono vedere ma non toccare, per ottenere un premio. Possono anche essere addestrate a selezionare l’oggetto corretto nell’oscurità attraverso il tatto, ma non sono in grado di utilizzare le informazioni apprese visivamente in un test a guida tattile, o viceversa. Si possono costruire specifici compiti per consentire la trasmissione intermodale delle informazioni nelle scimmie, ma la capacità della maggior parte degli animali diversi dall’uomo di eseguire un compito del genere è molto limitata.
A differenza delle scimmie, i primati superiori come i gorilla e gli scimpanzé sono capaci di trasmissioni intermodali. Secondo Geschwind (1965), ciò che i primati superiori hanno in comune è una profusione dei fasci di lunghe fibre di associazione corticali, il cui numero nel cervello degli altri mammiferi è di gran lunga minore.
La corteccia cerebrale dell’uomo contiene aree sensitive, motorie ed associative. La corteccia di associazione si occupa delle percezioni, dei pensieri e dei progetti piuttosto che delle sensazioni elementari e delle particolari contrazioni muscolari. La maggior parte delle aree della corteccia di associazione si occupa di una specifica modalità sensoriale o del controllo del movimento. Ne è un esempio il fatto che la corteccia di associazione visiva è adiacente alla corteccia visiva primaria, la corteccia di associazione motoria frontale è adiacente alla corteccia motoria primaria, e cos’ via. Le fibre di associazione corticali interconnettono queste aree e sono i mezzi con cui avvengono le trasmissioni intermodali delle informazioni.
È un’ipotesi ragionevole considerare queste connessioni tra le varie aree della corteccia di associazione indispensabili per riuscire ad imparare a scrivere, parlare, ascoltare e leggere. Le parole stesse sono dei simboli intermodali. Ne è un esempio il fatto che un nome concreto è un insieme di suoni che rappresenta un oggetto che può essere toccato, visto, annusato; la parola stessa può essere udita, letta, scritta. Ne consegue che il linguaggio non può esistere senza le fibre di associazione corticali.
Poiché anche il cervello dei primati superiori contiene molte fibre di associazione corticale, forse in misura limitata, anch’essi sono in grado di apprendere un linguaggio; ne è una prova il fatto che alcuni ricercatori soro riusciti ad addestrare gli scimpanzé ed i gorilla a comunicare anche bene attraverso il linguaggio dei segni.
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