Comunicato stampa del 27/04/2012
Studio dell'Università di Torino: psicofarmaci
assunti dal 25% dei minori con amici e/o somministrati dai genitori senza alcuna
prescrizione medica. Alberto Ugazio (SIP): "in assenza di patologia la terapia
farmacologica non è assolutamente indicata". Poma (Giù le Mani dai Bambini):
"Appello al Ministro Balduzzi: allarme già rilanciato da noi nel 2009, ma
l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l'Agenzia del Farmaco (AIFA) continuano a
sottostimare il problema"
TORINO - Secondo i risultati di uno studio condotto
dall'Università di Torino a cura della Dott. sa Roberta Siliquini - Professore
Ordinario di Epidemiologia, Igiene Generale e Sanità Pubblica all'Università di
Torino - un adolescente su quattro assume psicofarmaci a casa, su consiglio dei
genitori, o fuori casa, in accordo con gli amici, quasi sempre senza
prescrizione medica. Inizialmente, lo studio ha preso in esame una casistica di
600 soggetti, ma il progetto di ricerca prevede di arrivare a 2.000 casi
esaminati entro la fine del corrente anno, alla ricerca di conferme per un trend
che vari commentatori esperti definiscono "inquietante".
Dopo la presentazione dei risultati preliminari
della ricerca, il primo commento ufficiale è quello del Presidente della Società
Italiana di Pediatria (SIP), il Dott. Alberto Ugazio, il quale ricorda che
"l'automedicazione, o il fai da te, è quanto di meno auspicabile possa esserci
per la salute dei nostri bambini. Inoltre, l'ansia è un sintomo che va valutato
attentamente: se non indica una patologia, la terapia farmacologica non è
assolutamente indicata". Secondo la Prof. Siliquini, infatti, molte assunzioni
improprie di psicofarmaci avvengono per scelta degli stessi genitori, che
cercano in questo modo di "dare una risposta agli stati di disagio dei propri
figli".
"Un fenomeno inquietante, in continua crescita
ovunque nel mondo, come anche nel nostro Paese - ha commentato Luca Poma,
giornalista e Portavoce nazionale di "Giù le Mani dai Bambini", il più
rappresentativo comitato indipendente per la farmacovigilanza pediatrica in
Italia (www.giulemanidaibambini.org) - che la nostra organizzazione aveva
denunciato nel 2009, riprendendo i dati del 'rapporto ESPAD' che evidenziò già
allora il 10% di minori che utilizzavano psicofarmaci con modalità "fai da
te".[1] I rischi sono molteplici - continua Poma - dagli effetti collaterali di
queste molecole, che vanno dai problemi cardiaci anche gravi alla stimolazione
di idee suicidarie, a seconda della classe farmacologica utilizzata, a quelli di
carattere psicologico e pedagogico: stiamo permettendo la trasmissione ai nostri
figli un modello sbagliato, ovvero che basta una pillola per risolvere qualsiasi
problema. Tra l'altro questi prodotti - con buona pace delle norme stabilite
dagli organismi sanitari di controllo - si reperiscono con estrema facilità su
internet, pagando con un comune conto PayPal: sono perlomeno 7 anni che ci siamo
messi a disposizione dell'Agenzia del Farmaco e dell'Istituto Superiore di
Sanità una campagna seria di prevenzione su questo tema, che impegnerebbe ben
poche risorse, ma il problema continua ad essere colpevolmente sottostimato. Ci
appelliamo allora direttamente - conclude Poma - al Ministro della Salute Prof.
Renato Balduzzi: non attendiamo che la situazione vada alla deriva, com'è già
successo in USA e in altre nazioni, perché qui è in gioco il futuro delle nuove
generazioni del nostro paese"