In un articolo di FORBES del 13 febbraio si affronta l’ormai attuale dibattito sull'eccessiva prescrizione di psicofarmaci prendendo spunto dalla morte della cantante Whitney Houston.
Mentre la causa della morte di Whitney Houston non è stata ancora determinata, si sa che stava prendendo un cocktail di farmaci che le erano stati prescritti incluso almeno tre benzodiazepine: Xanax, Ativan e Valium. Capita che quei tre siano anche i sedativi ansiolitici tra i più prescritti sul mercato. Il farmaco di gran lunga più prescritto dei tre è Xanax (nome generico: Alprazolam), con quasi 50 milioni di prescrizioni negli Stati Uniti l'anno scorso.
Di tutte le benzodiazepine, Xanax è quello più spesso criticato da parte della comunità psichiatrica per il suo potenziale di dipendenza e i gravi problemi legati all’astinenza. L'effetto dello Xanax è estremamente breve (6-20 ore) rispetto ad altri farmaci della sua classe, e viene rapidamente assorbito dal cervello in meno di 10 minuti.
A giudicare dalle apparenze, questa sembra un’ottima combinazione – ottieni un rapido sollievo dall’ansia e il farmaco lascia il tuo sistema in un periodo di 24 ore. Ma in pratica ciò che spesso accade è che poiché il farmaco agisce così in fretta e si dissipa così rapidamente, il paziente inizia a prenderne sempre di più per mantenerne l'effetto. Due pillole al giorno diventano quattro, che diventano sei, e così via.
Questa è una cattiva notizia, ma c'è di peggio. Man mano che il farmaco viene assorbito dal cervello, il cervello reagisce diminuendo la produzione di GABA – la naturale sostanza chimica che rallenta l'attività cerebrale quando le guaine cerebrali iniziano a surriscaldarsi. Con tanto sedativo (Xanax) in circolo, l’efficienza del cervello salta e abbassa il tasso di GABA.
Così che cosa succede quando qualcuno che ha usato giornalmente Xanax smette di prenderlo? Il cervello non risponde immediatamente col ripristino della produzione di GABA al suo livello originale – ripristinare il processo originale richiede tempo e durante quel periodo s’innesta l’astinenza. L’astinenza da Xanax è notoriamente dolorosa, con fortissimi mal di testa, nausea, diarrea e convulsioni, e non è raro per un paziente essere ricoverato in ospedale al peggiorare dei sintomi. Anche la sola riduzione della dose del farmaco può risultare in crisi di astinenza. Un vero biglietto garantito per l'inferno.
Tenendo conto di tutto questo, perché così tanti medici prescrivono ancora Xanax? La risposta che ho sentito da un paio di persone nella comunità psichiatrica è semplicemente che "è economico e funziona”. Ma gli stessi ammettono di aver spesso visto pazienti diventarne dipendenti ed avere grosse difficoltà a smetterlo. Con 50 milioni di prescrizioni negli Stati Uniti, abbiamo una enorme probabilità di dipendenza da un farmaco giudicato infame per la difficoltà che si ha a smettere di assumerlo.
Ora aggiungi l’alcol alla scena e ottieni la tempesta perfetta: un potente sedativo da prescrizione rafforzato da un potente depressivo. Una combinazione di questi in dosi abbastanza elevate invia un messaggio al cervello che dice che il corpo dovrebbe smettere di respirare. Se vi capita di essere in una vasca da bagno piena di acqua quando ciò accade, il risultato potrebbe essere estremamente negativo.
Un’ulteriore domanda che dovrebbe suscitare la morte di Whitney Houston è perché alcuni medici prescrivano più sedativi per trattare la stessa condizione? Xanax, Ativan, Valium, Clonazapam ed altre benzodiazepine raggiungono lo stesso obiettivo: deprimono l'attività del sistema nervoso. Qualsiasi medico che prescrivesse a un paziente molti di questi farmaci tutti insieme dovrebbe essere soggetto ad inchiesta. E qualsiasi farmacia che soddisfi le prescrizioni senza mettere in dubbio la correttezza del giudizio del medico dovrebbe pure essere indagata.
Ci troviamo di fronte ad un grande problema culturale che sembra peggiorare ogni anno: più prescrizioni, più dipendenze e più decessi correlati a tali prescrizioni. Secondo il Centro per il Controllo delle Malattie, le overdose di farmaci da prescrizione sono ora la principale causa di morte accidentale negli Stati Uniti, superando gli incidenti automobilistici per la prima volta in 30 anni.
In Italia i dati dell'Osservatorio Nazionale (OSMED) evidenziano che il consumo di antidepressivi nell'ultimo decennio (2000-2009) ha avuto un incremento medio annuo del 15,6%, con un aumento dal 16,2 dosi giornaliere per 1.000 abitanti del 2001 al 34,7 del 2009.