L'ansia è una reazione normale agli stress della vita moderna e inevitabilmente nessun essere umano ne è completamente immune. In qualunque caso l'ansia è comunque utile quando questa ci fa reagire e ci rende più vigili o ci mette nelle condizioni di prendere seriamente delle decisioni, valutare aspetti ed avvenimenti della nostra vita. L'ansia diventa un disturbo mentale quando viene causato anche dalla più semplice e meno minaccioso evento della vita, oppure quando un soggetto sviluppa una paura irrealistica di non riuscire ad eseguire dei compiti che di norma non dovrebbero causare problemi.
La maggior parte dei soggetti soffre di ansia generalizzata. La paura quindi non è specifica e non si riferisce a nessuna particolare situazione, infatti individui affetti da questo disturbo sono spaventati da quasi tutto ciò che può succedere loro. Gli attacchi possono essere episodici, da periodi di terrore acuto ed incessante con intervalli di tempo variabili da qualche secondo fino ad arrivare a qualche ora. I sintomi fisici di un attacco d'ansia comprendono fenomeni di dispnea, sudore, percezione del battito cardiaco irregolare, vertigini, bisogno percepito di urinare o defecare, sensazione di intestino in disordine, inoltre colui che è colpito dall'attacco d'ansia sente spesso di stare per morire.
L'influenza nell'ambito della famiglia pare essere uno dei fattori nello sviluppo di un disturbo di ansia generalizzata. Alcune ricerche sembrano dare ragione al fatto che soggetti con questo disturbo tendono a provenire da famiglie in cui la madre è nevrotica ed i genitori incentivano uno standard particolarmente elevato di successo, ma nella stessa misura non riescono a riconoscere i reali valori dei loro figli.
Pare che il disturbo da ansia generalizzata sia una forma di impotenza appresa, una sindrome causata probabilmente da una percezione di incapacità di influenzare il proprio destino. Sentirsi impotenti fa sentire di certo ansiosa una persona per il fatto che implica la vulnerabilità da parte delle sventure in qualsiasi momento.
Di differente forma invece il disturbo ossessivo-compulsivo. Gli individui affetti da questo disturbo soffrono primariamente di ossessioni, quindi pensieri che non abbandonano il soggetto, e compulsioni, cioè comportamenti che non possono essere evitati. A differenza dei precedente (ansia generalizzata), questi hanno una difesa contro l'ansia, cioè il loro comportamento compulsivo. In effetti il bisogno di eseguire questo comportamento richiede spesso una parte sempre più grande del loro tempo, fino ad interferire con la propria professione e la vita quotidiana.
Esistono due tipi di ossessioni: il dubbio o l'incertezza e la paura di fare qualcosa di proibito. Nulla di strano constatare che tutti noi possiamo provare dubbi sulle attività future come ad esempio cercare una nuova casa, un nuovo lavoro, scegliere un ristorante rispetto ad un altro, indossare un abito più o meno leggero in base al tempo meteorologico e così via, oppure valutare le attività passate come pensare se abbiamo spento un fornello. Ma queste incertezze, banali o importanti che siano, arrivano a preoccupare in misura completa alcuni individui affetti da disturbi ossessivo-compulsivo. Altri ancora sono ossessionati dalla paura di fare qualcosa di terribile come bestemmiare in un luogo sacro, uccidere una persona cara, saltare giù da un ponte e così via.
A differenza delle paure ossessive, nelle compulsioni gli atti vengono generalmente messi in atto. Si sono osservati casi in cui, per esempio, alcuni soggetti continuano a lavarsi le mani più volte al giorno (può sembrare strano ma alcuni arrivano fino a 500 volte), temendo di essere contaminati da germi.
Le cause di un disturbo ossessivo-compulsivo possono essere molte. A differenza degli stati d'ansia, questo disturbo innesca dei meccanismi di difesa, infatti le ossessioni possono essere considerate come strumenti per occupare la mente e scacciare pensieri dolorosi. Se questi pensieri dolorosi o ansiogeni diventano frequenti e se il ricorso a moduli alternativi di pensiero riduce l'ansia, allora il principio del rinforzo prevede che il soggetto ricorra a questi moduli sempre più di frequente. Se l'abitudine diventa sempre più radicata, i pensieri ossessivi possono persistere anche dopo che non esiste più la ragione originale per ricorrere ad essi.
In altri casi il comportamento compulsivo può scaturire da sentimenti di colpa: la persona commette l'atto nel tentativo di espiare i crimini passati. Le compulsioni possono anche essere tentativi di assicurare ordine e stabilità in un ambiente altrimenti imprevedibile. Ricordiamo che quasi tutti sono appagati da una routine regolare, e nei momenti di stress aumenta il bisogno di ritrovare ordine.