mercoledì 10 novembre 2010

Il meccanismo della risata

La risata è stat defdinita come un comportamento istintivo, programmato dai nostri geni, con cui emettiamo suoni, facciamo movimenti ed esprimiamo sentimenti.
Attraverso i due principali sensi, vista ed udito, il cervello rileva uno stimolo risorio, cioè una situazione che spinge al riso, che colpisce una zona del cervello e scatena un meccanismo riflesso; così dal talamo e dall'ipotalamo parte l'impulso del riso che arriva ai nervi facciali, i quali a loro volta stimolano i muscoli risorio e zigomatico. Più l'impulso è forte a più arriva lontano fino al diaframma ed ai muscoli dell'addome.
In quanto fenomeno muscolare, consiste in contrazioni dei muscoli facciali maggiori e minori e di improvvisi rilasciamenti del diaframma, accompagnati da contrazioni della laringe e dell'epiglottide. Si tratta di un processo controllato dalla parte primitiva dell'encefalo che governa le attività riflesse ed il comportamento emotivo.
Ridere comporta dunque un complesso comportamento vocale e motorio, ma pochi studiosi hanno esaminato veramente le risate, come variano, quando, come e perchè si verificano.
Molti anni fa il dr. Provine, neurofisiologo, ha iniziato le sue ricerche in laboratorio facendo vedere ad un soggetto vignette comiche per poterne registrare le risate, ma ha scoperto che pochi ridono da soli di fronte alle vignette e che le sospirate risate da registrare erano difficili da produrre. Allora fece vedere le stesse vignette a gruppi di tre o quattro persone. E ottenne qualche risata in più, ma non quelle belle risate piene e sonore che voleva analizzare. Ipotizzò allora che ridere sia un comportamento sociale che quasi sparisce in persone isolate, specie se sanno di essere osservate.
Il dr. Provine ha osservato gente che rideva con la seguente procedura: registrando chi parlava, chi ascoltava, il sesso del parlante e dell'ascoltatore e le risate di tutti e due. Ha così notato che il riso avviene in episodi. Ogni episodio di riso include un commento che precede il riso e la risata che occorre dopo un secondo. Il dr. Provine ha così registrato 1200 episodi di risate. Essendo un neurofisiologo, ha tra l'altro esplorato i processi neurologici del riso e del linguaggio che convergono nel meccanismo della vocalizzazione ed ha chiarito perchè non si riesce a parlare ed a ridere al tempo stesso.
Noi esseri umani mangiamo, beviamo, respiriamo, vomitiamo, parliamo e deglutiamo usando sempre la cavità orale con funzioni diverse. Le osservazioni del dr. Provine mostrano che la risata interrompe a mezza frase il parlante solo in meno dell'1% delle 1200 registrazioni, cioè molto raramente. Dunque il linguaggio ha priorità ed inibisce i meccanismi che scatenano il riso. Esiste una segregazione temporale tra il linguaggio e la risata che corrisponde all'attivazione alterna fra le regioni del cervello interessate al linguaggio ed alle funzioni cognitive e le regioni interessate alla risata. Come il linguaggio inibisce la risata quando parliamo, così accade quando ascoltiamo: aspettiamo la fine del parlato e poi ridiamo. Questa alternanza spiega l'importanza del ritmo nel raccontare storielle buffe; infatti i comici studiano con particolare cura le pause per consentire a chi ascolta di mettere in moto le altre parti del cervello che scatenano la risata. Registrando coloro che raccontano barzellette o storie buffe, il dr. Provine ha notato che di solito segnalano la pausa critica con gesti, espressioni facciali o intonazione di voce alterata.
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Tratto da: Ridere è una cosa seria, Donata Francescato
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