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mercoledì 19 dicembre 2012

I test del QI? Non sono intelligenti

Fonte: Ansa
 
I test di intelligenza 'non sono molto intelligenti', non misurano realmente l'intelligenza di un individuo ma al più alcune sue caratteristiche cognitive come la memoria a breve termine.
Lo dimostra un maxistudio condotto da Adrian Owen, ora presso la Western university che ha coinvolto molte migliaia di persone che spontaneamente si sono sottoposte a una 'batteria' di test cognitivi messi online. I risultati hanno mostrato che quando un ampio ventaglio di abilità cognitive viene esplorato, le variazioni osservate nelle performance degli individui campione sono in realtà spiegabili non come differenti livelli di intelligenza individuale, ma con differenze in almeno tre componenti: memoria a breve termine, componente verbale e di ragionamento. Nessuna di queste componenti da sola spiega tutto, né tanto meno il famoso 'QI' o quoziente intellettivo la cui validità è da sempre discussa.
Lanciato circa due anni fa, il test di Owen (in realtà una serie di 12 test), rispetto ai test singoli usati per misurare il QI, va a indagare diverse capacità cognitive che fanno capo a diverse aree del cervello. Ma proprio questo modo di testare la nostra intelligenza, in realtà, porta a concludere che è scorretto e fuorviante parlare di differente QI quando una persona totalizza meno punti di un'altra a un test. Invece, secondo Owen le differenze individuali nelle performance ai test sono spiegabili con differenze in componenti cognitive quali memoria a breve termine, capacità verbale e di ragionamento. Per di più queste differenze individuali dipendono da vari fattori: per esempio i fumatori hanno memoria a breve termine e capacità verbali mediamente peggiori, oppure gli appassionati di videogame brillano in memoria a breve termine. Insomma non è intelligente tentare di capire quanto siamo intelligenti sottoponendoci a un singolo test del QI.