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giovedì 11 novembre 2010

Il Tè Verde e funzioni cognitive

Il tè verde può essere di aiuto per tre ragioni: è un potente antiossidante, è ricco di flavonoidi che riducono il pericolo di ictus, e contiene caffeina, che usata con giudizio produce un utile effetto stimolante sui processi cognitivi. Gli antiossidanti contenuti nel tè verde appartengono alla famiglia dei polifenoli, che comprendono le catechine e le quercetine, capaci di aumentare la capacità antiossidante del sangue anche del 50%. L'aumento si verifica circa mezz'ora dopo l'ingestione della bevanda.
Il tè verde accresce anche l'efficacia degli enzimi epatici disintossicanti. Di conseguenza, contribuisce a far sì che una parte delle sostanze nocive presenti nell'organismo siano inattivate prima che possano danneggiare le cellule, neuroni compresi.
Vale la pena precisare che sebbene di recente i media abbiano attirato l'attenzione sugli effetti salutari del tè verde, il tè nero può risultare quasi altrettanto benefico. Questo tipo di tè, che è quello di uso comune nella maggior parte dei paesi occidentali, non contiene catechine, ma è ricco di altri antiossidanti assenti nel tè verde. Il tè, sia verde che nero, è ricco di flavonoidi, sostanze affini alle vitamine naturalmente presenti nelle foglie di questa specie vegetale, oltre che nella frutta e nella verdura in generale. I flavonoidi tendono ad ostacolare l'aderenza reciproca delle cellule del sangue, un fenomeno che facilita l'ostruzione dei vasi sanguigni. Di conseguenza, essi diminuiscono il rischio di ictus e di demenza multi-infartuale. Uno studio recente, svolto in un arco di quindici anni, ha riscontrato in coloro che avevano assunto una rilevante quantità di flavonoidi un rischio di ictus interiore del 73% a quello del gruppo di controllo. I soggetti di questo studio assumevano circa il 60% dei flavonoidi tramite il tè.
Persino la caffeina presente nel tè può giovare ai processi cognitivi, se assunta in quantità moderate. Anche altre bevande contenenti questa sostanza, come il caffè e la Coca-Cola (con tutte le riserve sulla qualità di questa bevanda - ndr), possono giovare alla memoria ed all'intelligenza.
In effetti nei paesi occidentali la caffeina è il più diffuso prodotto per la stimolazione delle funzioni intellettive. Numerosi test hanno confermato che, in quantità ragionevoli, essa favorisce la concentrazione e la vigilanza. Trattandosi di uno stimolante, la caffeina promuove la liberazione di adrenalina e può temporaneamente migliorare la memoria e l'umore. Il caffè contiene inoltre alcune sostanze affini agli oppiacei: di conseguenza stimola e contemporaneamente rilassa.
D'altra parte un eccessivo consumo di caffeina è fin troppo frequente. Ciò dipende dal fatto che spesso le persone non hanno abbastanza energie fisiche su cui contare. Invece di alimentarsi, fare esercizio e riposare in modo sufficiente per recuperare le forze, molti prendono la scorciatoia della caffeina. Il prezzo a breve termine di questa dipendenza si chiama ansia, irritabilità, insonnia, ma è possibile che si manifestino anche sonnolenza ed affaticamento mentale quali effetti "di rimbalzo". Il prezzo a lungo termine è il logoramento delle ghiandole surrenali ed un corpo esaurito dall'eccesso cronico di stimolazione. Inoltre, è ormai chiaro che l'abuso di caffeina può aumentare il colesterolo comunemente detto 'cattivo' presente nel sangue sotto forma di LDL. La caffeina è anche stata collegata, nelle donne, alla comparsa di cisti al seno.
Le ricerche indicano che possono essere consumati fino a 200 milligrammi al giorno di caffeina senza danni apprezzabili per la salute, ma per prudenza è consigliabile non superare i 100 milligrammi.
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Tratto da:Il cervello giovane, Dharma Singh Khalsa e Cameron Stauth