“Non potrai mai raggiungere il successo a meno che non ti piaccia quello che stai facendo”. Questa è una delle tante massime pronunciate da Dale Carnegie, promotore di parecchi corsi sullo sviluppo personale, vendita, leadership, corporate training, relazioni interpersonali e abilità di parlare in pubblico. Nato a Maryville (USA) il 24 novembre 1888 e deceduto a Forest Hills il 1 novembre 1955, nei suoi sessantasette anni ha insegnato ad un numero incredibilmente alto di persone a parlare in pubblico. Iniziò questa sua attività all’età di ventiquattro anni, nel 1912, anno in cui tenne le sue prime lezioni. Il suo metodo era molto semplice: permettere alle persone di imparare pensare e trasformare questo in parole semplici, comprensibili e chiare. Nel suo libro The Quick & Easy Way to Effective Speaking, edito in Italia dalla Bompiani Tascabili e con il titolo ‘Come parlare in pubblico e convincere gli altri’, Carnegie affermava che imparare a parlare in pubblico è un metodo naturale per superare la timidezza e l’impaccio sviluppando coraggio e fiducia in se stessi. Comprese anche che quando parliamo in pubblico siamo costretti ad affrontare le nostre paure. Egli evidenziò quattro osservazioni sulla paura del pubblico: la prima consiste nel ricordare che praticamente ogni individuo ne ha paura, per lo meno all’inizio, quando non ha ancora esperienza; la seconda riflessione è che una certa paura del palcoscenico è comunque utile, infatti nel momento in cui si è leggermente sotto pressione si riescono ad ottenere maggiori risultati, si riesce a parlare più in fretta, il pensiero è più veloce e fluido. La terza considerazione è molto interessante, infatti oratori esperti sostengono che la paura del palcoscenico non viene mai superata del tutto. Questa è una prerogativa dei comunicatori efficaci i quali poco prima di iniziare a parlare, o alle prime battute, avvertono una certa agitazione, a differenza di oratori che affermano di essere sempre freddi e padroni della situazione, questi infatti risultano persone insensibili e poco comunicativi. L’ultima considerazione può sembrare banale nella sua semplicità: il principale motivo per cui si ha paura a parlare in pubblico è la mancanza di abitudine a parlare in pubblico. Carnegie cita nel suo libro ciò che disse il professor Robinson nel suo libro The Mind in the Making: “la paura è il prodotto dell’ignoranza e dell’insicurezza”. Infatti per un oratore inesperto il pubblico che lo ascolta è un’incognita, un qualcosa che non conosce e quindi ne ha paura. Cosa consiglia Carnegie? Tanti esercizi. Un altro consiglio che diede Carnegie ai suoi allievi: prepararsi nel modo corretto, avere le idee ben chiare su ciò che si vuole dire e soprattutto non memorizzare mai un discorso parola per parola, in relazione a ciò menzionò l’esperienza di Winston Churchill. Quando era giovane aveva l’abitudine di scrivere parola per parola tutti i suoi discorsi e impararli a memoria. Mentre pronunciava un discorso imparato a memoria, davanti al parlamento britannico, Churchill improvvisamente perdette il filo del suo discorso e sentì come un vuoto di memoria; cercò di riprendersi tentando di trovare sul manoscritto il punto interrotto, ma niente da fare. Da quel giorno Churchill non pronunciò mai più un discorso imparato a memoria.