Pagine

mercoledì 27 gennaio 2010

L'invecchiamento mentale non esiste

Fino a circa vent'anni si credeva e quindi veniva insegnato a livello accademico ed universitario che i percorsi neuronali del cervello umano erano fissi, in pratica si pensava che raggiunta una certa età, praticamente l’età adulta, le cellule cerebrali raggiungessero uno schema organizzativo definitivo, o meglio un insieme di circuiti neuronali stabili, inamovibili. Oltre a ciò si credeva che con l'invecchiamento questa organizzazione neuronale andasse a perdersi. Cosa ancor più tragica, si credeva che la sorte dell'uomo dovesse ricalcare quello dei propri genitori, attraverso un fermo e rigido programma, ereditando geneticamente i loro schemi neuronali. Il lavoro dei neuroscienziati, oggi, sconfessa questi postulati. La notizia, decisamente più incoraggiante, è che ogni individuo, indipendentemente dall’età, continua per tutta la vita ad operare cambiamenti a livello neuronale; ciò significa che ogni qualvolta un essere umano ha un pensiero, in differenti parti del suo cervello il flusso di corrente elettrica aumenta di intensità e rilascia una quantità di sostanze neurochimiche; ciò è confermato dall'impiego di risonanze magnetiche funzionali effettuate sul cervello le quali mostrano collegamenti e scollegamenti neuronali durante le fasi di esperienze esistenziali e semplici forme di pensiero. È bene precisare che ogni essere umano crea delle ‘mappe mentali’ ad esempio di una situazione emotiva o cognitiva. Tutto ciò ha un nome: neuroplasticità. Questo fenomeno implica lo sviluppo di nuove reti o circuiti neuronali in relazione alle cose che impariamo, alle esperienze che facciamo ed ai pensieri su cui ci concentriamo, indipendentemente dall'età dell'individuo, quindi con nuove esperienze o nuove conoscenze si avrà inevitabilmente una nuova 'mente'. Il nostro cervello è molto più plastico di quanto crediamo, o di quanto ci abbiano fatto credere.